Amazon batte tutti, è il brand più ricco al mondo

Il marchio Amazon? Vale 150 miliardi di dollari, il più ricco del mondo. Solo in un anno il valore del marchio del colosso dell’e-commerce si è incrementato del 42%, salendo dalla terza posizione del 2017 e superando Google e Apple. La classifica 2018 dei 500 maggiori brand mondiali è stata pubblicata giovedì 1 da Brand Finance, l’agenzia indipendente di consulenza strategica e valutazione marchi a livello mondiale. Dei 500 marchi più importanti (per valore e per forza) al mondo, nove sono di aziende italiane: Tim (al 178° posto dal precedente 238esimo) è il brand italiano che ha performato meglio, sottolinea Brand Finance. Nella classifica compaiono anche Eni (al 144° posto), Enel (180), Gucci (181), Ferrari (259), Generali (265), Poste Italiane (366), Intesa Sanpaolo (342), Prada (472). Il «valore del marchio» equivale al vantaggio economico netto che il proprietario otterrebbe concedendolo in licenza a un terzo; la «forza del marchio» rappresenta invece la percentuale delle entrate di un’azienda che è attribuibile al marchio.

AI primi dieci posti ci sono, sotto Amazon, Google, Apple, in gran parte aziende hi-tech o di tlc come Samsung (4°), Facebook (5°), At&T (6°), Microsoft (7°), Verizon (8°), con il colosso della grande distribuzione Usa, Walmart al nono posto e la banca cinese Icbc al decimo posto.

Il marchio più forte al mondo è invece Disney, che dopo l’acquisto di una quota di maggioranza in 21st Century Fox, «ha l’opportunità di sviluppare ulteriormente il proprio marchio e arrivare ad ancora più consumatori in tutto il mondo», commenta Brand Finance. «L’acquisizione di aziende come: Star India – che raggiunge centinaia di milioni di spettatori nel subcontinente, Sky – con presenza in tutto il Regno Unito, Irlanda, Germania, Austria e Italia, oltre a una partecipazione del 60% in Hulu – probabilmente uno dei maggiori concorrenti di Netflix, significa che la Disney può ora sfruttare la sua maggiore esposizione internazionale per affermare il suo marchio come qualcosa di più di uno studio di produzione cinematografica per bambini».

Tratto da corriere.it

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