Amazon vs Walmart: è solo l’inizio

Walmart e Amazon sono stati sempre i due retailer dominanti negli Stati Uniti; l’ultima mossa del colosso dell’e-commerce,  l’incredibile acquisto di Whole Foods Market per 13,7 miliardi di dollari, ha decisamente mosso le acque e creato una rotta di collisione mai avvenuta in precedenza.

L’annuncio di Amazon, in primo luogo, ha messo in ombra l’acquisizione di Bonobos da parte di Walmart, un affare da $ 310 milioni, per non parlare dell’entrata anticipata di Lidl sul mercato statunitense. Non c’è dubbio che Whole Foods sia stata (e sarà) la più grande acquisizione di Amazon e sottolinea quanto sia radicalmente cambiato il business nel retail, in un’era dove fisico e digitale non possono più prescindere l’uno dall’altro.

L’acquisizione di Walmart, di contro, non è che l’ultima di una serie di investimenti mirati nell’e-commerce, destinati a creare assortimento e autorità per competere con Amazon. Walmart è ancora molto lontano da Amazon in termini di e-commerce, certo, ma ha il vantaggio degli oltre 4.600 store americani, che si ripercuote in termini di velocità e costi.

L’acquisto dei 440 negozi Whole Foods da parte di Amazon non interessa nemmeno il campo di gioco fisico, ancora sono troppo distanti i numeri, ma sottolinea l’importanza della nuova presenza fisica, tenendo però presente che gli acquisti di generi alimentari si spostano, intanto, sempre più online. L’acquisizione, però, spingerà i piani grocery di Amazon oltre i servizi Amazon Fresh e Amazon Pickup, attualmente in fase di test a Seattle. È una mossa che definisce un piano d’azione nel campo fisico del retail, mentre Walmart continua ad espandere i suoi servizi di Pick-up Grocery e sperimenta altri metodi di consegna innovativi.

La competizione tra Amazon e Walmart, certamente, metterà ancora maggiore pressione ai retailer tradizionali. Le due aziende hanno ampliato l’assortimento di prodotti alimentari a marchio privato, come il brand Whole Foods 365, esempio di private label di alta gamma. Questa linea si rivolge a consumatori di fascia alta, su modello degli utenti di Amazon Prime. Eppure, Amazon sta rivolgendosi sempre più ad un target di acquirenti a basso reddito: si veda la riduzione per l’abbonamento a Prime a $10.99 al mese o $99 annuali.

Amazon si trova di fronte ad un’ incredibile opportunità: non solo potrebbe portare via la corona di Walmart quale top retailer negli Stati Uniti, ma anche ripensare l’intero processo di rifornimento e distribuzione dei prodotti. Come retailer leader di alimenti naturali e biologici, Whole Foods sarà senza dubbio un vero “parco giochi” per testare nuove idee. Gli store saranno disposti come magazzini per ottimizzare la consegna online? Il checkout sarà invisibile come nel test pilota Amazon Go? Amazon deciderà di applicare la strategia di prezzi differenziata che utilizza nelle sue librerie? Cercherà di utilizzare la sua nuova tecnologia brevettata “Physical Store Online Shopping Control” per bloccare i consumatori dal controllo dei prezzi online?

Tante domande. Non è ancora come Amazon vorrà gestire Instacart, la prima startup nel settore delle consegne a domicilio e finanziata propria da Whole Foods. Probabilmente Amazon di utilizzare i propri camion per le consegne. Il pioniere delle consegne grocery,  Peapod del gruppo Ahold Delhaize, è del resto all’erta, in attesa di capire quanto verrà penalizzato dalle prossime mosse di Amazon

Il futuro resta da vedere, ma all’indomani dell’annuncio dell’accordo tra Amazon e Whole Foods si è diffuso il panico tra i supermercati tradizionali. Walmart, Costco, Target, Kroger, Safeway e altri hanno subito le prime conseguenze a Wall Street, con i titoli di questi gruppi letteralmente affondati.

La rivoluzione ha inizio ora.

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