Apple, a Milano i lavori da gennaio

Il progetto di Apple affidato allo studio di Norman Foster trascina consensi: la scalinata dolce che si apre nella piazza e scende otto metri sotto terra aprendosi su un grande schermo, il parallelepipedo con le cascate d’acqua, alto sette metri, che svetta oltre la cornice dei vecchi palazzi e sarà visibile a chi da piazza Duomo imbocca corso Vittorio Emanuele. La scalinata prenderà l’intera piazza, nelle intenzioni consentirà di mantenere l’uso pubblico (perpetuo), in base alla convenzione siglata nel 1954 tra il Comune e i proprietari dell’edificio che ancora per poco ospita il cinema Apollo e domani sarà sede dello store. Resterà un contorno perimetrale profondo circa 6 metri, abbastanza per convivere con i dehors. 

L’aveva annunciato l’ad di Apple, Tim Cook, nel novembre di un anno fa, in una intervista esclusiva al Corriere: «Lo Store avrà un design incredibile, sarà un simbolo di apprezzamento verso la vostra cultura». Marco Barbieri, neosegretario generale Confcommercio spiega: «Il progetto è nell’interesse della città e del commercio, porta un indotto importante ma va trovata una mediazione, perché come tutti i cantieri metterà in crisi attività che hanno già pagato un prezzo importante non molto tempo fa».
Il titolare del Charleston, Alberto Cortesi, è l’inquilino più anziano della piazza. «Siamo qui da quarant’anni, piazza del Liberty era un parcheggio, c’era un custode del Comune. C’erano calzolai, camicerie, noi avevamo gli ombrelloni invece dei dehors, che alla gente piacevano molto. E l’Apollo non era un multisala». Giuseppe Beani con il marchio Cuore Italiano è l’ultimo arrivato, nove mesi fa. «Siamo già saturi, a pranzo e a cena. Non credo che Apple inciderà più di tanto sul volume del nostro lavoro». La scalinata dello store s’aprirà proprio davanti al suo dehors.

Per realizzare l’opera Apple dovrà sventare completamente Piazza Liberty per un cantiere che si protrarrà per un anno. Così ora gli incontri puntano a trovare accordi e indennizzi per le attività presenti in Piazza Liberty che per il cantiere potrebbero veder limitato o ridotto a zero il proprio giro d’affari per il periodo della chiusura della piazza.

tratto dal corriere.it

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