Brexit: cosa significa per agrifood e retail?

Per il retail, la preoccupazione più forte è legata ai valori di cambio e ai costi delle importazioni. Qualche operatore che da UK stava pensando all’internazionalizzazione potrebbe cambiare idea e chi da OltreOceano ha spesso utilizzato la Gran Bretagana come trampolino per il Vecchio Continente dovrebbe negoziare da un lato con la UE, dall’altro con UK. 

Dall’altro lato, invece, il crollo che la sterlina sta avendo sul mercato valutario fin da oggi potrebbe portare anche ad alcuni benefici sul breve periodo per tutti gli abitanti dell’Unione Europea che sono soliti comprare online anche su e-shop esteri ed in particolare nei negozi inglesi. Una sterlina debole con un cambio favorevole verso l’euro potrebbe rendere maggiormente attrattivi molti negozi online inglesi che spediscono anche in Italia e nel resto dell’Europa, il che potrebbe dare importanti vantaggi agli acquirenti più attenti.

Nel medio periodo questo vantaggio potrebbe diventare ancora più interessante se è vero, come sostengono alcuni analisti, che il crollo della valuta inglese potrebbe proseguire anche nei prossimi giorni. L’attenzione deve essere infatti proprio sulla sterlina: è qui che si gioca la partita nelle settimane a venire

Di fatti concreti, per ora nel mondo ecommerce è successo che la Brexit manda in tilt non solo le Borse, ma anche alcuni siti, come quello di ecommerce britannico Asos. Uno dei portali di vendita di abbigliamento online più noti è stato inaccessibile per ore. Il sito ha avuto alcuni problemi tecnici mandando nel panico alcuni clienti-utenti. Quel che è sicuro è che con l’uscita di Londra dall’Ue i vertici di Asos dovranno rivedere prezzi e modalità di consegna degli abiti in vendita.

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