Cipriani si ricompra Cipriani (e apre a Milano)

Con un’operazione da 40 milioni di dollari, Giuseppe Cipriani si è riappropriato del gruppo dell’Harry’s Bar, fondato a Venezia dal nonno e nel quale opera tuttora il padre Arrigo Cipriani, presidente della società e mito vivente della ristorazione, diventato nel frattempo un brand internazionale grazie allo sviluppo internazionale a partire dagli Stati Uniti, dove dispone di otto locali nella sola New York.

Cipriani ha liquidato le quote degli altri soci e il 16% in possesso del fondo Blue Skye, concentrando tutte le quote della Cipriani International Sa nella holding lussemburghese C Management. Per liquidare Blue Skye, entrato alla fine del 2012 per sostenere i progetti di rilancio internazionale del brand Cipriani, sarebbero stati messi sul piatto 25 milioni di dollari, ai quali si sono aggiunti 15 milioni per estinguere il finanziamento contratto con Unicredit.

Giuseppe Cipriani, motore della diffusione del marchio negli Stati Uniti, ha posto così le basi per diffondere la presenza di Cipriani a livello mondiale e il punto di partenza sarà Milano. Nel quartiere di Porta Nuova aprirà il secondo locale italiano, naturalmente dopo quello di San Marco a Venezia. Intanto la società continua a crescere negli States, dove metà del giro d’affari è generato dalle attività di banqueting per la quale è stato realizzato uno stabilimento da 30 mila metri in New Jersey attrezzato per servire piatti allineati alle regole della cucina kosher.

Oggi i ristoranti Cipriani sono presenti a Miami, Città del Messico, Montecarlo, Ibiza, Mosca, Dubai, Abu Dhabi, Riyadh e Hong Kong, oltre naturalmente a New York e a Venezia. Il giro d’affari complessivo si aggira attorno ai 200 milioni di dollari, pari a circa 170 milioni di euro al cambio attuale.

Tratto da wine.pambianconews.com

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