Cvs farmacie compra Aetna assicurazioni

 Il colosso della farmacie CVS ha rilevato il gigante delle assicurazioni mediche Aetna in un’operazione da 69 miliardi di dollari che promette di trasformare il settore e di intensificare la spinta a una integrazione dei servizi. La scommessa è quella di generare risparmi sui costi grazie a sinergie e di catturare allo stesso tempo una crescente fetta della spesa sanitaria complessiva degli americani.

I termini del deal prevedono che soci Aetna ricevano 207 dollari per azione, dei quali 145 in contanti accanto a 0,837 titoli di CVS – pari a un valore di altri 62 dollari. Il prezzo rappresenta un premio del 29% sulle quotazioni di Aetna prima che emergessero le indiscrezioni sui negoziati tra i due gruppi, ormai in ottobre.

CVS, che ha sede in Rhode Island, vanta un giro d’affari annuale da 178 miliardi di dollari; Aetna, quartier generale non distante in Connecticut, ha un fatturato pari a circa un terzo, 63 miliardi. Tra le assicurazioni sanitarie, tuttavia, Aetna e’ la terza pere dimensioni, con 22,2 milioni di assistiti attraverso la sua presenza sul mercato con piani per aziende e individui oltre che per l’assistenza pubblica Medicare per gli anziani e Medicaid per i poveri.

CVS porta in dote al merger una catena di farmacie con pochi paralleli per diffusione su scala nazionale, oltre diecimila sparse per il Paese. Aetna ha in portafoglio il know how medico. I locali di CVS saranno in futuro in grado di offrire crescenti opzioni di cure locali, a livello di infermieri, nutrizionisti, visite per la vista e l’udito e un giorno forse anche la presenza di un medico vero e proprio.

L’urgenza di espandersi e integrare crescenti servizi per CVS e’ stata alimentata, come in altri settori dell’economia, dall’ingresso potenziale di nuovi protagonisti della new economy. Amazon ha allo studio uno sbarco nei servizi farmaceutici. Per Aetna la ricerca di un partner per una fusione non era un segreto, a causa della crescenti pressioni sofferte dalle assicurazioni sanitarie per la spirale dei costi e della domanda. Le difficoltà avevano anche spinto la societa’ a rinunciare a essere presente negli exchange di Obamacare. Un merger discusso con una rivale, Humana, si era inoltre arenato quest’anno su scogli antitrust.

Tratto da Il Sole24Ore

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?