Domino’s Pizza, la”pizza del futuro” verso un nuovo corso


Domino’s Pizza Group
ha comunicato che il president e chief executive Patrick Doyle il prossimo 30 giugno lascerà la catena di pizzerie del Michigan dopo oltre otto anni. Da luglio verrà rimpiazzato da Richard Allison, attualmente presidente di Domino’s International. 

Quando parliamo del settore food, una delle innovazioni più sorprendenti ha avuto luogo nel mondo delle pizze a domicilio.

A partire dal 2010 infatti, sotto la guida di Patrick Doyle, la Domino’s Pizza ha attraversato una serie di cambiamenti che l’hanno portata ad impennare la propria crescita fino a diventare la seconda catena di pizzerie al mondo, con oltre 12.500 punti vendita in più di 80 paesi.

Come prima cosa, Doyle e i suoi colleghi hanno ragionato sulla natura del proprio business, focalizzando l’attenzione sulla consegna del proprio prodotto e sul tipo di tecnologia di cui avrebbero avuto bisogno per realizzare il proprio scopo.

Se parliamo della diretta concorrenza, Domino’s ha letteralmente stracciato i competitor del settore, inclusi McDonald’s, Yum Brands ( marchio di Pizza Hut) e Restaurant Brands International, marchio di Burger King’s

Diecimila dollari sono stati investiti nel 2010 sul titolo, oggi ammontano a 209.200: è la miglior performance di Wall Street, superiore a Google, Amazon e Apple

Domino’s è passata dal 9 al 15% del mercato americano delle pizze.  Analizzando i dati provenienti dalle Borse, si nota che un’altra azienda ha accompagnato, in questi anni, l’ascesa di Domino’s: Netflix. Il valore delle azioni della prima è salito del 2.092 per cento. Quelle della seconda del 1.753 per cento. 

Forse è proprio questa la vera chiave del successo: pizza e tv, l’accoppiata vincente.

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