Fico, l’apertura oggi a Bologna

«Centomila metri quadrati, 80 mila coperti e 20 mila all’esterno per un investimento di 122 milioni di euro con l’obiettivo di arrivare a 6 milioni di visitatori e 80 milioni di euro di giro d’affari». È Francesco Farinetti, presidente di Fico, a dare le dimensioni della nuova struttura bolognese che apre oggi al pubblico. 

«Fico è sei volte più grande di Eataly Roma, che è il più grande del mondo, occupa 700 ragazzi e si arriva a 3 mila addetti con l’indotto. Nel primo anno 300 mila bambini delle scuole elementari e medie visiteranno Fico grazie al ministero delle Politiche agricole» continua Farinetti. Nelle aspettative, poi, c’è quella di far diventare il centro bolognese una nuova attrazione turistica. «Ci aspettiamo che Bologna diventi una delle tappe del gran tour insieme a Venezia, Firenze, Milano e Roma». 

La realizzazione ha avuto tempi brevi, quasi impensabili. «È una della belle storie italiane. Ci sono voluti solo quatto anni dall’idea all’apertura. Il parco è nato per recuperare uno dei 6 mila edifici italiani non utilizzati, quale era il Caab di Bologna». 

Fico declina la produzione del cibo partendo dall’inizio della filiera, dall’agricoltura. Come spiega Andrea Segrè, presidente della Fondazione Fico, che unisce le competenze di quattro Università, Bologna, Trento, Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Suor Orsola Beninincasa di Napoli. «Il contributo dell’università è fondamentale. Ho coinvolto i miei colleghi di Agraria su come fare i campi e gli allevamenti. Ed è importante il contributo che danno le università coinvolte per la propria esperienza sulla dieta mediterranea». 

Inoltre, Fico è sostenibilità: «Dal 2012 la struttura del Caab ha in funzione sul tetto un impianto fotovoltaico di 15 megawatt. E con l’apertura della struttura viene attivato un protocollo di economia circolare sottoscritto da Fico, Fondazione Fico, Caab e la multiutility Hera, un accordo che va dalla gestione dei rifiuti, al recupero degli sprechi alimentari, all’uso del fotovoltaico. Fico quindi è il luogo dove la sostenibilità viene praticata nei suoi tre driver: economico, sociale e ambientale».

Tratto da Italia Oggi

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