Furla, innovazione e welfare per la sfida globale

Quando un brand cresce a doppia cifra e in maniera omogenea su
tutti i mercati e i canali distributivi che ha nel mondo, come sta
facendo Furla, vuol dire «che al lavoro c’è una squadra compatta. Fatta
di persone preparate e motivate che condividono i valori
dell’azienda», afferma Alberto Camerlengo, dal 2011 direttore generale
della storica azienda di borse, calzature, piccola pelletteria e
accessori, rigorosamente made in Italy.

Un’alchimia gestionale che dà
risultati importanti: «La previsione di chiusura del fatturato 2016 è
di 422 milioni, con un incremento del 24,5% rispetto al 2015. E un
Ebitda in aumento del 48% rispetto all’anno precedente», racconta
Camerlengo di ritorno dalla Cina, dove Furla sta pianificando nuove
aperture. «La sola Shanghai, dove nel 2016 abbiamo inaugurato una
boutique, conta oltre venti milioni di abitanti. Come dire Lombardia e
Veneto messi insieme. Va da sé che le opportunità per nuovi opening
profittevoli non mancano di certo». Opportunità in Cina, ma anche nel
resto del mondo, dove Furla è oggi presente in 100 paesi attraverso 444
boutique monomarca (50% di proprietà e 50% in franchising) e oltre
1.200 selezionati punti vendita, tra multibrand e department store. In
forte sviluppo anche il canale travel retail, (con 262 doors in 63
paesi) che nel 2016 ha visto crescere il fatturato del 40%. E la
strategia di espansione distributiva continua: «A fine maggio
inauguriamo a Amsterdam, e stiamo cercando
una nuova location in Germania dove al momento siamo presenti con un
monobrand a Monaco che sta performando molto bene, ma non basta. Per
noi la Germania è un mercato in espansione, e contiamo di arrivare a
Berlino e Francoforte a breve», anticipa Camerlengo. Sempre in Europa,
che rappresenta il 49% del giro d’affari del gruppo Furla, «continuiamo a
rafforzare la nostra presenza con nuove boutique nelle vie dello
shopping internazionale», dopo le aperture di Parigi, in rue St. Honoré;
Londra a Brompton Road, e a Mosca all’interno di Europeisky. Barra
dritta anche verso l’espansione negli Stati Uniti (che rappresentano
l’8% del fatturato), dove a fine 2015 Furla ha inaugurato un monomarca
nella Quinta Strada. Senza trascurare il Giappone, che con una crescita
2016 del 31,7%, si conferma il primo mercato dell’azienda con il 24%
delle vendite. Anche i cosiddetti paesi dell’area Apac (Sud Est
Asiatico, Australia e India) che oggi portano il 19% del fatturato, sono
mercati in cui Furla conta di rafforzare la sua presenza.

tratto da affari & finanza

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