I piani in Italia di Burger King

Ecco servita la tavola di Burger King in Italia che si prepara a lanciare, nei prossimi 5 anni, il guanto di sfida al rivale di sempre McDonald’s. La catena di ristorazione veloce nata a Miami nel 1954, e ora con quartier generale in Canada, ha deciso di ingranare la marcia della crescita anche nel nostro paese, un mercato relativamente piccolo per la multinazionale del Whopper (il suo panino più famoso) che in Europa viaggia forte soprattutto in Germania, Spagna e Uk. Ad oggi, in Italia i 2.500 dipendenti Burger King grigliano la carne in 150 ristoranti della Penisola, una presenza molto meno radicata rispetto al colosso dei BigMac che ne ha 535 e a punta a raggiungere entro il 2020 quota 800, per un piano supportato da diversificazione dei prodotti, dai format McCafè, colazioni incluse. Ma il modo di affrontare la crisi globale del Fast Food, un mercato a dieta forzata per via dell’ascesa delle catene bio, etniche e del fast casual delle hamburgherie “modaiole”, non potrebbe essere più diverso. E trova in Italia un banco di prova molto competitivo, tra l’ascesa dello slow food e il boom vegano e vegetariano, dove testare le nuove strategie.
Se McDonald’s punta ad allontanarsi dall’immagine della ristorazione veloce junk food cercando di italianizzare il suo menù, Burger King invece afferma le sue radici nel pasto rapido e tipico della tavola calda americana. Tant’è che nella cucina di Burger King si sta scaldando l’hot dog da proporre anche ai clienti italiani e va in scena (dopo Rho, Piacenza e Rovigo anche a Roma Tiburtina) il restyling dei punti vendita, fatti di tavoli e arredi in legno e colori vivaci, per riproporre l’atmosfera Made in Usa.

Il salto di qualità nelle strategie di Burger King non sta però solo nel menù. Il piano di aperture con il quale la catena conta di avvicinarsi per dimensione a McDonald’s prevede il graduale allentamento della formula del franchising, che rimarrà forte soprattutto nel Sud Italia, per dedicarsi alla gestione diretta. L’anno scorso a San Martino Siccomario, provincia di Pavia, ha aperto il primo ristorante a gestione diretta e ispirerà buona parte dei nuovi punti vendita.

Le aperture in cantiere, focalizzate nel Nord e Centro Italia, nelle città dove Burger King non è ancora presente, si concentreranno nei centri commerciali e nelle zone urbane ad alta affluenza, curando la disponibilità di aree parcheggio e di spazi sufficienti per dedicare aree giochi per i bambini. Il fast food ha bisogno di rinnovarsi anche in Italia. La concorrenza alle storiche insegne, come Burger King e McDonald’s, comincia a farsi serrata. Dall’esterno, basti pensare allo sbarco in Italia di Kentucky Fried Chicken e del fast food di lusso texano Fuddricker. E dall’interno, con le catene made in Italy come Roadhouse Grill e Old Wild West, nonché sulla la proliferazione delle mini hamburgherie indipendenti. Il tutto in un contesto dove i consumi fuori casa continuano a perdere quota.

tratto da affari & finanza

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