Il modello Amazon nei supermercati

Un anno fa Amazon lanciava il primo supermercato senza posti di lavoro. In un punto vendita a Seattle, città natale dell’azienda fondata da Jeff Bezos aperto per ora solo ai dipendenti del gruppo.

Un’esperienza di acquisto totalmente automatizzata che sta permettendo al dipartimento marketing di Amazon di venire a conoscenza di una mole impressionante di dati della clientela. Le sue abitudini, le sue preferenze, le sue modalità di acquisto. Amazon recentemente è sbarcata definitivamente nella grande distribuzione con l’acquisizione della catena Usa Whole Foods specializzata nei prodotti bio. Inevitabile che stia terremotando il concetto di distribuzione. L’era dei supermercati 4.0 sta interrogando anche Federdistribuzione, l’associazione che rappresenta gli interessi delle aziende della distribuzione moderna organizzata. 

Si tratta di un settore ad alta intensità di manodopera e quindi i potenziali risvolti sociali sono ancora più delicati. Il costo del lavoro per le aziende della gdo rappresenta l’11% delle vendite e circa il 40% dei costi operativi. In cui il 72% del valore aggiunto generato è redistribuito sotto forma di remunerazione del capitale. Le innovazioni tecnologiche stanno interessando la parziale rivisitazione dei punti vendita con un conseguente impatto sull’organizzazione del lavoro.

Una ricerca dell’osservatorio eCommerce del Politecnico di Milano segnala inoltre come il valore degli acquisti su Internet degli italiani raggiungerà nel 2017 i 23 miliardi di euro con un aumento del 16% rispetto al 2016. L’anno in corso testimonia per la prima volta la parità tra prodotti e servizi confermando una tendenza che vede già da anni l’acquisto di prodotti online crescere ad un tasso più elevato rispetto ai servizi. 

Tratto da Corriere.it

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