Illy è pronta all’operazione Piazza Affari con il “Polo del gusto”

Il Polo del gusto” di Illy vale circa 45
milioni di euro, e comprende oltre al cioccolato Domori, più di 100
ettari di tenute a Montalcino che producono le uve per i vini
Mastrojanni, le partecipazioni nelle maison de tè Damman Frères,  le marmellate Agrimontana, e ha anche la commercializzazione dello champagne
Taittinger in Italia. 

Ora si cerca
un partner a monte delle attività extra-caffè, un nuovo socio che possa
contribuire con risorse fresche allo sviluppo delle eccellenze del
gusto. L’alleato potrebbe avere il profilo
di un socio finanziario, magari un fondo di private equity, o un gruppo
industriale, purché complementare con le attività del gruppo. 

Intanto il
Cda della holding di famiglia, presieduta da Riccardo Illy, dovrà
prendere in esame il progetto e deliberare il via libera alla
costituzione di una sub-holding, Il Polo delle eccellenze gusto, a cui
afferire le partecipazioni extra caffè.

Sul futuro del gruppo Illy il
dibattito è aperto da tempo. Sono intervenute società di consulenza,
come Roland Berger, hanno fatto capolino banche d’affari, e sono stati
redatti patti di famiglia con la consulenza della European House
Ambrosetti
. Infatti, Illycaffè è uno dei brand più affermati nella fascia alta del caffè di
qualità e continua crescere, sviluppando una rete retail internazionale
e stringendo accordi per la fornitura di espresso con giganti del
calibro della compagnia aerea statunitense United Airlines

Tuttavia la
tazzina del caffè stimola sonni agitati a tutti protagonisti del
settore. I margini sono sotto pressione a causa delle forti
oscillazioni del prezzo della materia prima. La curva di crescita dei consumi si sta
appiattendo, anche in Italia. Fino a dove possono spingersi i margini di
crescita in un settore ormai saturo? 

Sull’ipotesi di una quotazione di
Illycaffè, rumoreggiata più volte e poi smentita, qualcuno ha voluto
intravedere un braccio di ferro tra fratelli: Andrea, a lungo alla
guida di Illycaffè, che preferirebbe una quotazione della tazzina per
reperire risorse per la crescita; e invece Riccardo che sarebbe più
propenso a uno sbarco in Borsa del “suo” Polo del gusto. 

Di fatto però
il gruppo sembra muoversi in accordo sulla nuova strategia: il gruppo ha già messo mano al portafogli per
finanziare le attività extra, quelle del Polo del gusto, con un aumento
di capitale da 38 milioni di euro e un bond da 25 milioni. 

Tratto da Affari&Finanza

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