Jd.com vs Alibaba, guerra nel fashion

Secondo quanto riportato da alcuni media cinesi, 44 marchi fashion avrebbero chiuso il proprio e-store su Jd.com perché in qualche modo invitati, o meglio ‘forzati’, dal gruppo fondato da Jack Ma a scegliere tra l’uno o l’altro. Questi brand, di cui 27 di moda femminile, 14 tra menswear e moda bimbo e 3 di lingerie, sarebbero inoltre stati invitati ad abbandonare Jd.com per mantenere il proprio store online o lanciare uno nuovo sulla piattaforma Tmall lo scorso giugno, in occasione dello shopping festival organizzato da Jd.com.

La notizia arriva in concomitanza con i preparativi per l’altro grande evento promozionale dell’anno, il ‘Single day’ di Alibaba. Nonostante ognuno dei due colossi abbia una propria giornata dedicata ai forti sconti, entrambi sono soliti offrire delle riduzioni sui prezzi dei prodotti offerti durante il festival del competitor. E il fatto che la ‘fuga’ di questi marchi fashion e luxury sia avvenuta proprio poco prima del festival di Jd.com rafforzerebbe la tesi della volontà di Alibaba di diminuire il più possibile il raggio d’azione dei propri competitor.

Jd.com non ha confermato i rumours, pur lasciando intendere che il fair play non sarebbe prerogativa dei propri competitor. Infatti, un rappresentante dell’azienda ha commentato che credono fortemente in una sana competizione, ma non tutti sono d’accordo. Molti marchi hanno detto che un altro player li sta minacciando, obbligandoli a vendere su un solo e-commerce in Cina. L’azienda è convinta che marchi e consumatori debbano avere la possibilità di vendere e comprare dove vogliono senza interferenze, e sosterranno sempre i brand nello scegliere di distribuire i propri prodotti ovunque vogliano.

Alibaba, pur non commentando le accuse, ha diffuso uno statement al riguardo dove afferma che i marchi hanno piena autonomia nello scegliere le piattaforme di vendita. Oltre 10mila marchi hanno deciso di vendere su Alibaba perché la considerano l’unica proposta di valore, che permette loro di raggiungere mezzo miliardo di consumatori, controllare i dati per conoscere i comportamenti dei consumatori e accedere a tecnologie che possano aumentare l’engagement con il cliente, sia online sia offline.

Tratto da Pambianco News

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