La catena di fast food White Castle rivoluziona l’hamburger

White Castle è una catena di fast food molto nota negli Stati Uniti: il suo panino più famoso, il White Castle Slider, esiste da quasi un secolo. Dal 12 aprile in 140 White Castle si può mangiare un White Castle Slider con dentro un hamburger che non è fatto di carne ed è completamente di origine vegetale. Se tra un secolo non mangeremo più carne che arriva da animali, il momento in cui una grande e notissima catena di fast food iniziò a vendere un hamburger vegetale sarà forse ricordato come quello in cui tutto iniziò.

Gli hamburger vegetali venduti da White Castle sono prodotti da Impossible Foods, una società che qualcuno definisce la Tesla del cibo e il cui motto è “per l’amore della carne”. Non sono “hamburger vegetariani” come quelli che siamo abituati a vedere oggi: sfrigolano in padella, sanguinano e – secondo buona parte delle persone che li hanno provati – sanno davvero di carne. White Castle vende gli Slider con gli hamburger di Impossible Foods a 1,99 dollari.

Impossible Foods ha ottenuto finanziamenti per centinaia di milioni di dollari (anche da Bill Gates), soprattutto ci sono molte persone che hanno provato i suoi hamburger senza carne e hanno detto – chi più, chi meno – che sapevano di carne. Se tutti sono più o meno d’accordo che produrre sempre più carne per sempre più persone è un problema – industriale e ambientale, oltre che etico – la carne continua a essere buona e nettamente migliore delle sue alternative. 

Impossible Foods sostiene che per produrre un suo hamburger emette l’87 per cento di gas serra in meno rispetto a un hamburger di bovino, usa il 75 per cento di acqua in meno e il 95 per cento di terra in meno. 

Per poter vendere i suoi hamburger, ora anche su larga scala, Impossible Foods ha superato tutti i test necessari previsti negli Stati Uniti, in particolare quelli della Food and Drug Administration (FDA), l’agenzia che si occupa della sicurezza degli additivi alimentari. Sul sito di Impossible Foods sono anche citati i pareri di alcuni esperti e docenti di università statunitense che hanno «generalmente riconosciuto sicuro il cibo» della società. 

Impossible Foods fu fondata nel 2011 e i suoi primissimi hamburger si poterono mangiare nel luglio 2016 al Momofuku Nishi di Manhattan: un ristorante che serviva anche carne vera: le bistecche costavano 39 dollari, l’aragoste 62 dollari e gli Impossible Burgers 18 dollari. Negli ultimi due anni sono arrivati accordi con altri ristoranti e catene e Impossible Burger, che ora ha aperto un nuovo stabilimento a Oakland, in California, dice di poter produrre 454mila chili di carne al mese, che vuol dire quattro milioni di hamburger.

Nelle prossime settimane gli hamburger senza carne inizieranno a essere venduti in Asia e Brown ha detto che «l’obiettivo è sostituire completamente il sistema della carne entro il 2035»: un sistema che, solo negli Stati Uniti e solo contando la carne di manzo, è fatto da oltre dieci milioni di tonnellate di carne. Per interesse generale e presenza sul mercato, Impossible Foods è ora nettamente in vantaggio rispetto alle altre aziende che stanno provando a fare carne che non lo sia.

Altre società di questo settore sono Beyond Meat (“oltre la carne”) e Memphis Meat; ed è un settore che secondo Fast Company nei prossimi cinque anni crescerà di circa il 40 per cento e arriverà ad avere un giro d’affari di oltre 6 miliardi di dollari.

Tratto da ilpost

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?