New York, riapre la libreria Rizzoli

Il negozio si porta dietro una lunga storia iniziata nel 1964, quando il «cumenda» Angelo Rizzoli, già settantacinquenne, invitò il senatore italoamericano John Pastore a tagliare il nastro tricolore, «tra preti e majorettes» come scrisse all’epoca il «New York Times», per il primo giorno dell’International Bookstore sulla Quinta Strada. Poi il primo trasloco, sulla 57ª strada: rapidamente diventato luogo di culto per i newyorkesi. Un posto raccolto, quasi un rifugio, dove sfogliare grandi cataloghi di arte, di fotografia, di design.

La nuova Rizzoli riparte anche da lì, una trentina di isolati più giù, al numero 1133 di Broadway.

Carta e digitale insieme. Tradizione e piena contemporaneità. I dorsi corrono lungo tre ambienti, la Navata, lo Skylight, con il tetto oscurato per il coprifuoco durante la Seconda guerra mondiale, e poi una grande arcata rossa fino al Salone. Lo stile Beaux-Arts dell’edificio e degli interni è bilanciato dai pavimenti in pietra bianca e nera alla maniera senese, dalle austere boiserie in ciliegio, i lampadari in bronzo a forma di candelabro trasportati dalla Cinquantasettesima strada. Il richiamo costante all’Italia compare sui murales progettati dal designer milanese Barnaba Fornasetti. Cieli azzurri, nuvole, segni zodiacali e un arco che sommerge il Duomo di Milano circondato dai pesci. Lo guardi, prendi in mano un libro e subito ti senti un po’ meglio.

tratto da corriere della sera

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