Walmart, dalla Cina a Google per battere Amazon

Ipermercati, grandi magazzini, discount, supermercati solo alimentari (quelli che in America si chiamano grocery store): non c’è tipologia di grande distribuzione che non rientri nell’impero Walmart, che ora in alleanza con Google Express e in concorrenza con Amazon, sta anche avventurandosi nell’e-commerce. 

La catena Walmart, pur provata da crisi a ripetizione negli ultimi anni, è tuttora di gran lunga la maggiore del mondo nel suo settore oltre che con 480 miliardi di dollari la più grande compagnia del pianeta per fatturato, secondo la classifica Fortune Global 500. Il 62,3% del fatturato è realizzato negli Stati Uniti. I punti vendita attualmente in esercizio (stando al sito web della società aggiornato al 31 gennaio 2018) sono 11.718, per due terzi negli Usa e gli altri in 27 Paesi con 59 nomi diversi: Asda in Gran Bretagna, Seiyu in Giappone, Best Price in India e via dicendo. La quota extra-americana sta crescendo in fretta visto il successo, e le nuove aperture recenti o previste, delle filiazioni sudamericane, britanniche e soprattutto ultimamemente cinesi. Esito negativo hanno avuto invece i tentativi di espandersi in Germania, in Corea del Sud, anche in Italia. Quello che colpisce è la rapidità del successo: malgrado la compagnia sia stata fondata nel 1962, è stata a lungo limitata al midwest e alla privincia americana. Il primo punto vendita in California ha aperto solo nel 1990, e a New York due anni dopo. Quotata a Wall Street dal 1972, la società è tuttora posseduta per più del 50% dagli eredi Walton, sia attraverso la loro holding di famiglia, Walton Enterprises, sia mediante piccole quote individuali.

Tratto da repubblica.it

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