Zara, H&M, Uniqlo la grande sfida fashion tra e-commerce e lusso

Armando Branchini, presidente di Intercorporate, tra i massimi esperti di moda e lusso, non ha dubbi, l’idea di H&M di aprire un outlet su Internet è sicuramente indovinata.

Negli outlet si vendono gli “avanzi”, quel che resta in magazzino dopo l’ultimo saldo. Ci saranno sempre rimanenze, perché i brand sia del lusso che del fast fashion devono garantire una sovraproduzione per non rischiare di restare senza capi, cosa che porterebbe il cliente in un altro negozio. Una volta c’erano gli stocchisti, appunto, che raccoglievano in giro le rimanenze di tutte le marche e le vendevano in magazzini fatiscenti o sulle bancarelle. Nel corso del tempo le griffe più prestigiose hanno capito che questa terza fase della distribuzione oscurava il brand, così nasce la bella idea di creare le cittadelle apposite. Ora un ulteriore passo in avanti: invece di andare a Castel Romano o Serravalle Scrivia sulla gigantesca piattaforma di H&M i consumatori potranno comprare 60 differenti brand. Il colosso svedese del fast fashion ha recentemente aperto le proprie vetrine ad altri marchi e già oggi negli store “Arket” e “& Other Stories”, marchi di fascia più alta nel portafoglio di H&M, è possibile acquistare altri marchi tra cui Nike, Reebok, Converse, Adidas. Nuovi stili di vita, l’incremento dei consumi in paesi come la Cina e l’India, e infine il boom dell’e-commerce stanno rivoluzionando il retail. 

In questo scenario i marchi “low cost” stanno rivedendo le loro strategie in una continua corsa al sorpasso reciproco.

Zara, del gruppo spagnolo Inditex, numero uno del settore davanti a H&M, ha per esempio ridimensionato o addirittura chiuso alcuni negozi, come quello di Chengdu, in Cina. Zara pone grande attenzione alle sue vetrine, devono essere sontuose, una strategia inedita nel fast fashion ma che si è rivelata una leva fondamentale. Ma in Cina è ormai considerato un brand affermato e può concedersi il lusso di aprire store anche meno grandi, ha una rete e-commerce molto solida che vuole consolidare e ha già stabilito alleanze con le principali piattaforme del Dragone. Persino Prada ha annunciato a dicembre che aprirà Prada.com, la piattaforma online in Cina. Le strategie digitali corrono di pari passo con quelle di prodotto. 

Nuovi brand hanno scalato il mercato, come Mango, Hilfiger, e ora l’inglese Primark che sta invadendo il mondo e, grazie all’effetto novità, sta rubando quote ai concorrenti.

«Lusso a tutto il popolo » è il mantra di Tadashi Yanai, il miliardario presidente di Fast Retailing, holding di Uniqlo: nella patria del kimono ha creato un impero che dal negozio bandiera di Ginza a Tokyo è sbarcato nelle vie del lusso delle principali capitali. Terzo nella classifica globale.

Tratto da Affari&Finanza

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