Calvin Klein torna a casa. Dopo sei anni inaugura lo store di New York: è l’unico in città
Calvin Klein torna nella Grande Mela. Il marchio americano continua il suo rilancio aprendo un nuovo flagship nel cuore di Soho, tra i quartieri più esclusivi dello shopping di lusso newyorkese. “È una location chiave in una delle città più importanti al mondo. E per noi significa davvero tornare a New York, dove siamo stati fondati nel 1968”, ha dichiarato a Wwd il global brand president David Savman. Lo store di 280 metri inaugurato nei giorni scorsi al civico 530 di Broadway è attualmente l’unico negozio fisico del brand in città, dopo la chiusura dello storico flagship di Madison Avenue nel 2019. Sebbene ampiamente presente nel segmento wholesale americano, grazie soprattutto alle collezioni denim e underwear, il canale retail negli Usa si concentra prevalentemente sugli outlet.
Lo store di Soho segue due importanti opening internazionali, ad agosto è stato infatti inaugurato il flagship di Tokyo di oltre 1.300 metri quadrati e a giugno è stata la volta di Parigi con la boutique di 630 metri quadrati. La boutique di Soho si trova in un edificio di fine Ottocento e preserva il carattere architettonico del quartiere richiamando lo stile tipico dei loft della zona. Nel negozio troveranno spazio tutte le proposte apparel del marchio, da sempre anche molto riconosciuto nel segmento profumi grazie a fragranze di successo come ‘Ck One’ ed ‘Eternity’.
“Il retail continua a essere un pilastro molto importante della strategia di Calvin Klein per il futuro. Ciò significa continuare a investire e rinnovare la nostra rete di negozi, proseguire gli investimenti con i partner attraverso shop-in-shop, ecc., e cogliere le opportunità per incontrare davvero il consumatore in un numero maggiore di flagship in tutto il mondo, nelle città e nelle location chiave”, ha aggiunto Savman.
All’interno dello store newyorkese sarà presente anche una selezione della linea Calvin Klein Collection, a partire dalla collezione primavera/estate 2026. Lo scorso anno l’italiana Veronica Leoni è stata nominata direttrice creativa, debuttando in passerella durante la New York fashion week di febbraio. L’ultima sfilata della linea Calvin Klein, ribattezzata 205W39NYC, risaliva al settembre del 2018, la label era stata chiusa pochi mesi dopo in seguito alla partenza improvvisa del direttore creativo Raf Simons nel dicembre 2018. Leoni ha presentato la seconda collezione a settembre, elevando ulteriormente il percepito del brand grazie alla produzione made in Italy e al price point superiore, che pone la label nel segmento luxury. Attualmente il brand è distribuito in selezionati punti vendita nel mondo.
“New York è centrale nel dna del brand Calvin Klein. Questo ritorno a casa rappresenta una tappa fondamentale mentre costruiamo Calvin Klein come uno dei marchi lifestyle più desiderabili al mondo. Passo dopo passo, stiamo rafforzando la rilevanza del marchio, aumentando il coinvolgimento dei consumatori e consolidando il posizionamento del brand in Nord America e a livello globale”, ha spiegato Stefan Larsson, CEO di Pvh, gruppo a cui fa capo anche Tommy Hilfiger.
L’ultimo trimestre del gruppo statunitense, pubblicato pochi giorni fa, è leggermente sopra le aspettative ma preda della valuta per Pvh, che nel terzo periodo dell’anno archivia un fatturato di 2,29 miliardi di dollari, segnando un aumento del 2% rispetto ai 2,25 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, a valuta costante, l’incremento è stato inferiore, con una crescita di meno dell’1 per cento. Le stime si fermavano a un fatturato di 2,28 miliardi. Nonostante la performance positiva complessiva dei ricavi, il gruppo ha registrato una crescita contrastante tra i suoi segmenti geografici e i brand.
Calvin Klein ha visto comunque una crescita dei ricavi del 2%, che si è mantenuta stabile a cambi costanti. Tommy Hilfiger ha invece registrato un aumento dei ricavi dell’1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma con un calo del 2% a valuta costante.
Guardando ai canali, il direct-to-consumer ha visto ricavi invariati rispetto all’anno precedente, con una diminuzione dell’1% a valuta costante. Infine, il wholesale ha registrato una crescita del 4%, con un aumento dell’1% a valuta costante. Le vendite nei negozi di proprietà sono rimaste stabili, mentre l’e-commerce ha registrato un aumento dell’1%, sebbene fosse invariato a valuta costante. Nelle Americhe, i ricavi sono aumentati del 2%, grazie alla crescita nel wholesale, che ha parzialmente compensato il calo nelle vendite direct-to-consumer. L’incremento nel wholesale è stato parzialmente dovuto alla transizione di alcune categorie di prodotto femminile precedentemente licenziate, ora gestite internamente.
Fonte: pambianconews.com
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