Discount, come cambia lo scaffale

Quest’estate Amazon ha comprato il gioiello dei supermercati biologi Whole Foods, in settimana il colosso cinese  Alibaba ha puntato 3 miliardi di dollari diventando socio di Auchan in Cina..

Appare evidente che il modello internet migra sui negozi fisici, anche perché con pochissime eccezioni, i supermercati fanno fatica a sostenere i costi di una logistica efficiente sull’online.

Se a questo si aggiunge il successo travolgente dei discount, unica formula della grande distribuzione che è in costante crescita in tutto il mondo e a prescindere dall’andamento economico dei singoli Paesi, ecco che il supermercato come l’abbiamo sempre conosciuto è un dinosauro che nei prossimi anni è destinato ad evolversi.

Anche perchè l’online, che tanto fa male alla Gdo (grande distribuzione organizzata), non pare scalfire i discount che lavorando soprattutto sulle marche proprie, sono meno attaccabili dagli sconti sui brand fatti dai rivenditori dei web. II discount ha lavorato molto su un’offerta fatta al 70% di marca privata di qualità, contro un 20% della Gdo tradizionale

Lidl da anni è il più grande investitore pubblicitario in Italia, e così facendo ha affermato il proprio marchio, anche sui nuovi media digitali. 

Fatto sta che gli esperti quest’anno si aspettano che la formula discount registri in media una crescita del fatturato del 7,5% contro il 2%o atteso per la Gdo tradizionale, numeri che si raffrontano con il +4% del 2016 e con il +1,6% dei supermercati tradizionali.

Nei paesi anglosassoni, dove la Gdo tradizionale è già in ginocchio da anni, sta anche prendendo piede la possibilità che il produttore di beni di largo consumo, come ad esempio Procter&Gamble, possa vendere online direttamente al consumatore, saltando il supermercato per consegnare lo shampoo, le lamette e i pannolini direttamente a casa dei clienti. Tutte formule che vanno comprimendo i margini del supermercato.

Tratto da Repubblica – Affari&Finanza

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