Facebook colma il divario tra online e offline

Facebook ha annunciato pochi giorni fa un’importante innovazione che permette di colmare parte del divario tra online e offline introducendo nuove modalità di annunci che mirano a portare gli utenti ai negozi fisici e, parallelamente, facilitano i retailer nella misurazione dell’impatto delle campagne online sulle vendite in store.

Nello strumento di reporting delle ads è stata aggiunta una nuova metrica denominata store visits (visite al negozio) che raccoglie dati provenienti sia dagli smartphone con sistema di localizzazione attivo sia beacon di Facebook eventualmente installati nel punto vendita.
Il servizio può monitorare gli utenti che hanno visualizzato l’ads nell’ultimo giorno, negli ultimi 7 giorni e negli ultimi 28 giorni

Alcuni grandi retailer tra cui Petco, Burger King UK e Cadillac stanno testando con successo questa nuova funzionalità. La catena di supermercati E.Leclerc ha presentato i dati delle prima ads monitorate con questa nuova metrica: 1,5 milioni di clic sui banner di utenti Facebook entro un raggio di 10 km dai supermercati si è tradotto in 180.000 visite effettive, con un ipotetico tasso di conversione del 12%

Il social network ha anche annunciato il prossimo rilascio di una Offline Conversions API che permetterà ai retailer il collegamento tra i dati provenienti dalle transazioni in negozio e quelli a quelli dell’ad-reporting tool di Facebook.
Per poter funzionare questo strumento avrà bisogno di identificare il cliente che acquista in negozio per metterlo in relazione con gli utenti che hanno cliccato l’annuncio online. Lo strumento per raggiungere questo obiettivo saranno i programmi di fidelity che, attraverso campi di identificazione come l’email, aiuteranno Facebook a stabilire il collegamento e restituire negli strumenti statistici i dati di conversione. Io scambio di dati verrà crittografato tramite hash in modo da garantire sicurezza e privacy nello scambio di informazioni.
I rivenditori potranno scegliere di lavorare direttamente con Facebook o di farsi supportare da società partner tra cui IBM, Marketo, Lightspeed,Index e Square.

Il social network ha annunciato anche l’implementazione di uno store locator nativo nei suoi annunci locali, utili per guidare i consumatori ai negozi.

Questi annunci, basati sulla posizione e sulla funzionalità di store locator, saranno in grado di mostrare una mappa con tutti i negozi nelle vicinanze. Toccando una posizione sarà possibile vedere il negozio, l’ indirizzo, gli orari di apertura, il numero di telefono, il sito web e una stima del tempo necessario per raggiungere il punto vendita. Lo store locator può essere aggiunto a qualsiasi annuncio locale ed è disponibile per tutti gli inserzionisti.

Queste due mosse mettono Facebook in diretta concorrenza con le funzionalità locali di Google come Google My Business e lo stesso Google Maps. Appare sempre più evidente come il Web To Store e il ROPO (Research online purchase offline) siano il nuovo terreno di battaglia per la conquista dei budget pubblicitari web tra il social network di Zuckerberg e la colosso di Mountain View.

Se da una parte Google ha il vantaggio di poter lavorare sulle ricerche e quindi sui bisogni immediati degli utenti, dall’altra Facebook può contare su una profilazione molto più profonda e sui dati personali di un numero molto maggiore di utenti che permetterà, grazie anche queste innovazioni, di poter più facilmente seguire il cliente nel suo percorso di acquisto omnichannel.
E’ ancora presto per capire chi ha le carte migliori in mano, certamente la posizione di Facebook è esponenzialmente più forte di quanto non fosse tre o quattro anni fa prima dell’esplosione definitiva del mobile. Con lo spostamento dell’attenzione dal desktop allo smartphone oggi l’82% degli introiti pubblicitari del social network sono generati da Mobile. Lo sfruttamento delle funzionalità di localizzazione presenti nell’ app è quindi un passo naturale che consentirà a Facebook di diventare molto più appetibile anche per mondo del commercio fisico dove, ancora per molto tempo, verrà generata la maggior parte dei fatturati b2c.

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