Fine del geoblocking: acquisti liberi in Europa

In Europa cadono anche le frontiere virtuali nell’acquisto di prodotti o di servizi. È finita l’era del geoblocking nel mercato digitale comune il blocco geografico che impedisce alcuni acquisti in base alla localizzazione dell’utente. 

Dall’anno prossimo, un cliente italiano potrà acquistare un frigorifero in Germania se reputa l’offerta più conveniente, trasporto incluso. Oppure potrà acquistare direttamente sul sito originale del museo o del teatro i biglietti di una mostra o di uno spettacolo, senza essere reindirizzati su un portale registrato in Italia.

L’abolizione del geoblocking è uno degli obiettivi del mercato unico digitale della Ue. L’anno scorso la società di studi di mercato Gfk ha analizzato per conto di Bruxelles 72 siti di e-commerce e ha scoperto che il 63% applicava forme di blocco geografico. I portali sono stati scelti perché vendono gli otto tipi di prodotti che gli europei acquistano più frequentemente via internet (abbigliamento, elettronica, libri, elettrodomestici, cosmetica, videogiochi e software, servizi di viaggio come voli e alberghi e biglietti per eventi) e sono risultati i più navigati nel loro mercato.

In sei casi su dieci, però, i mistery shopper assoldati dalla Ue non sono riusciti a concludere l’acquisto. Quando hanno tentato di prenotare un volo o prenotare un’automobile, rispettivamente nel 13% dei casi e nell’11% delle volte gli utenti sono stati spediti su un altro sito, che offriva prezzi diversi. Nel 27% dei casi non si sono potuti registrare online.

Un acquisto ogni tre non si riusciva a concludere perché il sito bloccava l’indirizzo di consegna. Nel 26% non era accettato il metodo di pagamento, nonostante l’Europa abbia una moneta unica e direttive che armonizzano i sistemi di pagamento. La ricerca ha smascherato blocchi geografici nel 60% degli acquisti di libri e nel 40% delle transazioni per i biglietti di un concerto o di una partita.

Le nuove regole entreranno in vigore tra nove mesi, “per dare tempo ai piccoli commercianti di adattarsi”, spiegano da Bruxelles. Per il vicepresidente della Commissione, Andrus Ansip, responsabile del dossier sul mercato unico digitale: “Con queste nuove regole gli europei potranno scegliere da quale sito desiderano fare acquisto, senza essere bloccati o reindirizzati. Questo sarà realtà entro Natale del prossimo anno”.

n sostanza, un’azienda che fa e-commerce potrebbe comunque ritenere conveniente non spedire i propri prodotti dall’altra parte dell’Europa per via dei costi di spedizione. Però l’Unione europea si riserva il diritto di valutare la giustificazione con cui le imprese limiteranno l’accesso ad alcuni prodotti e servizi. Nel caso dello streaming, per esempio, i colossi televisivi del continente sono riusciti a ottenere già a maggio una portabilità limitata per effetto del diritto d’autore locale.

Tratto da Wired.it (foto Eunews.it)

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?