Macy’s chiude 100 negozi, a rischio il futuro del marchio

L’ecommerce rischia di far scomparire davvero uno degli storici marchi americani. A chiudere i battenti potrebbe essere addirittura Macy’s, l’iconica catena di grandi magazzini a stelle e strisce minacciata dalla crescita delle vendite online. Il gruppo ha annunciato che almeno altri cento punti vendita, circa il 15% del totale, sono destinati a chiudere: la maggior parte all’inizio del 2017.

L’annuncio segue a pochi mesi di distanza la decisione di chiudere altri 40 punti vendita. Il tutto nonostante i risultati del secondo trimestre siano stati migliori del previsto, con un calo delle vendite del 3,9% a 5,9 miliardi di dollari, ma inferiore alle attese. Negli ultimi 12 mesi il titolo dei grandi magazzini ha perso il 50% del suo valore, mettendo a nudo una crisi che rischia diventare irreversibile. Così i vertici del gruppo spiegano che la nuova strategia sarà quella di concentrare le risorse sui punti vendita che realizzano le maggiori performance, ingrandendoli, innalzandone la qualità e investendo nelle nuove tecnologie.

I magazzini che verranno chiusi rappresentano circa 1 miliardo di dollari di vendite all’anno. Atteso inevitabilmente un taglio della forza lavoro, anche se al momento non vengono fatte cifre sugli esuberi. Attualmente i punti vendita Macy’s sono 675 in tutti gli Stati Uniti. “Lavoriamo in un mondo in rapido cambiamento e questo richiede di fare cose in modo diverso e il prendere decisioni difficili”,
ha spiegato l’ad Terry Lundgren.

Nei tre mesi chiusi il 30 luglio scorso, Macy’s ha registrato utili per 11 milioni di dollari, 3 centesimi per azione, in ribasso dai 217 milioni di dollari, 65 centesimi per azione, dello stesso periodo dello scorso anno. Al netto di voci straordinarie, i profitti sono scesi a 54 centesimi per azione da 94 meglio delle attese degli analisti per 45 centesimi per azione. Il calo delle vendite, invece, è dovuto soprattutto alle promozioni realizzate. Si tratta comunque del sesto trimestre di fila in ribasso. Il gruppo ha comunque confermato le previsioni per l’intero anno fiscale: si aspetta un declino del 3-4% delle vendite nei negozi aperti da almeno un anno.

tratto da repubblica.it

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