A Barilla la maggioranza di Pasta Evangelists

Dopo aver concluso diversi round di finanziamento, per Pasta Evangelists è arrivato il momento di cedere la maggioranza delle quote. E a comprare è stato il leader mondiale del comparto: Barilla. In questo modo, il case history più interessante per la produzione e distribuzione a domicilio di pasta fresca e sughi sulla piazza britannica finisce nell’orbita del colosso agroalimentare di Parma. Pasta Evangelists continuerà a operare come entità autonoma guidata dal ceo e fondatore Alessandro Savelli, e dai co-fondatori Chris Rennoldson e Finn Lagun, che rimarranno azionisti della società. Il valore dell’accordo non è stato reso pubblico.

Il boom di Pasta Evangelists è stato raggiunto durante il lockdown, quando la società ha raggiunto un giro d’affari mensile da 1,5 milioni di euro. Prima dell’acquisizione da parte di Barilla, la società poteva già vantare 25 azionisti al suo interno. Nomi di spicco come quelli di Massimo Braglia, ex ceo di Sergio Rossi, Massimo Macaluso, ex proprietario degli orologi Girard-Perregaux, James McArthur, già ceo di Balenciaga e di Harrods, e Patrick Pruniaux, ceo di Ulysse Nardin. Nel 2020, le vendite sono triplicate, diventando così il punto di riferimento premium della pasta fresca e delle salse nel Regno Unito.

La visione e gli asset industriali di Barilla sosterranno i piani di crescita di Pasta Evangelists nel Regno Unito e, in futuro, a livello internazionale. A sua volta, Pasta Evangelists darà a Barilla l’opportunità di consolidare la presenza nel Regno Unito.

“La crisi del Covid-19 – ha sottolineato Gianluca Di Tondo, chief marketing officer di Barilla – ha cambiato comportamenti d’acquisto, modelli lavorativi e distribuzione dei prodotti. È in crescita la domanda di cibo fresco, così come il boom dell’e-commerce. Siamo entusiasti di allargare la nostra famiglia con un brand che intercetta questi trend”.

Il modello di business di Pasta Evangelists è basato sulla preparazione di pasta fresca e con consegna a domicilio. “Non una banale pasta, bensì un prodotto fatto a mano, artigianale, frutto di un’impostazione che deriva dal lusso, ambito dal quale provengono molti nostri soci”, aveva raccontato il fondatore Savelli, convincendo tanti grandi nomi del panorama finanziario a investire nella sua ‘creatura’. L’ultimo round, in ordine cronologico, ha visto la partecipazione di Pembroke e del fondo Guinness Asset Management per una raccolta di 3,5 milioni di sterline.

Fonte: pambianconews.com 

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