Anche Selfridges apre al mercato degli abiti in affitto

Dal 10 febbraio, per sei mesi, il celebre magazzino inglese, Selfridges, ospita Hurr, piattaforma di noleggio della moda e del lusso. Si tratta di una rivoluzione per il mercato retail che, sicuramente, avrà un seguito anche presso altri grandi magazzini.
Lo scorso ottobre, per esempio, il colosso svedese H&M ha lanciato il suo primo servizio di noleggio di abbigliamento presso il nuovo negozio Sergels Torgels Torg di Stoccolma, in Svezia. Nel dettaglio, con il nuovo servizio, i membri del programma fedeltà di H&M potranno noleggiare abiti e gonne da festa selezionati della collezione Conscious exclusives 2012-2012, linea sostenibile dell’azienda svedese del fast fashion. Lo spazio per il noleggio offrirà anche una selezione di pezzi unici, tutti realizzati con materiali sostenibili.

Tornando al progetto di Selfidges con Hurr Collective, la piattaforma di noleggio del guardaroba peer-to-peer, vincitrice del premio London luxury Think Tank sustainable startup, si tratta di una conferma del fenomeno del fashion renting. Una tendenza che arriva dall’America, spopola in Cina e nel Regno Unito e recentemente sta esplodendo anche in Italia.

Presso il grande magazzino londinese di lusso, a partire dal 10 febbraio – per sei mesi – i clienti di Selfridges saranno introdotti nel mondo dell’affitto dei capi di moda, un mercato che dovrebbe raggiungere un valore di 1,96 miliardi di dollari entro il 2023.

Il pop-up presenterà una gamma curata di 200 pezzi del sito web di Hurr, con un outfit adatto a ogni occasione. Dagli abiti, agli accessori, ai capispalla: i clienti potranno noleggiare per 7 giorni pezzi unici di tendenza dei marchi Rixo, Ganni, Mara Hoffman e Gucci. Il pop up ospiterà anche uno specchio interattivo che permetterà ai clienti di combinare offerte online e in-store.

Fondata da Victoria Prew, Hurr consente ai membri di affittare e prestare in modo sicuro gli armadi attraverso l’uso del geo-tagging. Lo stock di Selfridges ruoterà su base settimanale. Hurr ospiterà anche una serie di workshop interattivi nel corso dei sei mesi, tra cui tavole rotonde sulla moda sostenibile, su come costruire un marchio online e sessioni di styling.

La mossa segue il successo del primo pop-up di Hurr ospitato a Belgravia a Londra, che ha permesso ai clienti di portare la loro esperienza offline e di interagire fisicamente con il prodotto e con i fondatori, creando una vera e propria comunità, si legge in una nota.

La sostenibilità, l’economia circolare e le “buone pratiche di riciclo” stanno influenzando fortemente il mercato della moda. Numeri alla mano, infatti, il mercato del second-hand è sempre più forte come emerso lo scorso aprile, nel corso dell’Altagamma consumer and retail insight. Nello specifico il True-luxury global consumer Insight, realizzato da Boston Consulting Group, ha evidenziato che il mercato di seconda mano vale ormai 22 miliardi, ed è trainato dalle piattaforme digitali. Il fenomeno è in decisa crescita (+ 12 per cento annuo) tra i consumatori top, con il 60 per cento di loro interessato all’acquisto di prodotti usati, per via del rapporto qualità prezzo e per la ricerca di articoli sold-out, di limited edition e di oggetti vintage.

Accanto a questa tendenza si va rafforzando anche il fenomeno del fashion renting. A guidare la crescita del fashion renting è soprattutto il noleggio online che, secondo Allied Market Research (società di ricerca con sedi a Londra, a Singapore, Hong Kong, Brasile, India) nel 2023 varrà la cifra record di 1,9 miliardi di dollari. Un trend confermato da uno studio di Espresso Communication per DressYouCan, startup milanese protagonista del fenomeno “fashion renting”, su oltre 30 testate internazionali dedicate a tendenze e attualità con il coinvolgimento di un panel di esperti tra docenti universitari e influencer per indagare sulle nuove abitudini fashion degli italiani.

“Con il fashion renting chiunque può realizzare il desiderio d’indossare capi d’alta moda per un’occasione speciale”, ha spiegato Caterina Maestro, fondatrice di DressYouCan, ” o semplicemente risolvere il quotidiano problema dell’outfit da ufficio, affidandosi completamente alle competenze di esperte fashion renter. Il noleggio di abiti rappresenta un asso nella manica per stupire con la propria eleganza nonché una perfetta soluzione per chi sogna un guardaroba illimitato che non alimenti sprechi e inquinamento”.

Fonte: fashionunited.it

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