Carbonsink al fianco della moda nella lotta al climate change

Decarbonizzare l’industria moda è oggi più che mai una scelta strategica verso un futuro net-zero, e su questo fronte Carbonsink scende in prima linea. L’azione contro il climate change è urgente e va accelerata e gli impegni presi fino ad ora non sono sufficienti se si vogliono raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

A tal fine, il fashion può (e deve) essere un settore leader nella lotta ai cambiamenti climatici. Anche perché, se si guarda ai dati, il comparto moda è attualmente responsabile per il 2-5% delle emissioni globali di gas a effetto serra. Azioni come il Fashion Industry Charter for Climate Action e il Fashion Pact dimostrano come l’industria moda sia pronta a guidare il cambiamento. Nonostante ciò, il progresso è troppo lento: se l’industria continua ad operare business as usual, le proiezioni prevedono un aumento delle emissioni fino a 1.588 Gt entro il 2030, un trend non conciliabile con l’obiettivo di ridurle del 45% per raggiungere gli obiettivi di Parigi.

Ed è in questo frangente che Carbonsink gioca un ruolo fondamentale. Da Gennaio 2022 parte di South Pole, con cui forma il più grande gruppo al mondo per soluzioni e progetti di riduzione delle emissioni climatiche, Carbonsink è leader nella definizione di solide strategie climatiche per il settore privato, incluso il fashion, necessarie non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico. Per essere solida, la strategia climatica deve essere parte fondante della strategia aziendale e far così parte del core business. Deve essere condivisa da tutti gli stakeholder di un’azienda e possibilmente allineata agli standard internazionali dell’industria di riferimento.

La roadmap Carbonsink suggerisce cinque step fondamentali come garanzia di solidità e accountability per lo sviluppo di una strategia climatica:

1. Misurazione – Per iniziare, bisogna misurare l’impronta carbonica di un business, la cosiddetta carbon footprint, che include emissioni dirette e indirette che si possono ricondurre alle operazioni dell’azienda lungo tutta la filiera. Questo primo passo è fondamentale per capire dove ci si trova e dove si può intervenire.
2. Definizione del target – In base all’analisi fatta, si sceglie un Science Based Target che guiderà le aziende lungo il percorso per ridurre le loro emissioni. I target sono considerati ‘science-based’ se sono allineati alle più recenti direttive scientifiche per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi (limitare il riscaldamento globale a 1.5°C rispetto ai livelli preindustriali). Per un’azione coerente e a tutto tondo è poi necessario condividere e allineare i target a quelli degli stakeholder lungo tutta la filiera, portando avanti un processo virtuoso di stakeholder engagement.
3. Riduzione delle emissioni all’interno della filiera – Questo step è fondamentale e nel settore moda può definirsi in attività come massimizzare l’efficienza dei materiali, ovvero ridurre la quantità di materiali sprecati in ogni fase della produzione attraverso il miglioramento ed efficientamento del design, la selezione dei materiali e i metodi di manifattura; ampliare l’uso di materiali e pratiche sostenibili; accelerare lo sviluppo di materiali innovativi e quindi aumentare l’investimento nei materiali di nuova generazione come materiali a base biologica, riciclo dei tessuti e pelle vegetale; massimizzare efficienza energetica lungo tutta la filiera e eliminare il carbone come fonte di energia termica passando al 100% di energia rinnovabile.

Combinate, queste azioni possono generare una percentuale significativa delle riduzioni necessarie per allinearsi agli obiettivi di Parigi. E non solo, il rapporto costo/beneficio è infatti positivo: le azioni sulla filiera del fashion implementabili oggi sono relativamente economiche e comporterebbero minimi costi aggiuntivi per il consumatore.

4. Compensazione – Primo passo verso un futuro net-zero è la neutralità carbonica o carbon neutrality, che si ottiene riducendo le emissioni lungo la filiera e al contempo compensando le emissioni al momento non riducibili o evitabili. Lo strumento chiave per ottenere una mitigazione efficace è quello di investire in progetti ambientali che generano crediti di carbonio e apportano un beneficio concreto all’ambiente e alle comunità che toccano.
5. Comunicazione – Comunicare agli investitori attraverso strumenti di rendicontazione come il rating CDP è importante per assicurare l’accountability delle aziende, evitare il greenwashing e anche per confrontarsi con altre aziende e industrie impegnate in un simile percorso, anche in ambito internazionale. Per quanto riguarda invece la comunicazione ai consumatori bisogna migliorare la tracciabilità dei prodotti per rispondere alle aspettative di una società sempre più consapevole e che richiede più informazioni sui prodotti e più trasparenza. Inoltre il fattore emotivo, il potere aspirazionale e la vicinanza del settore moda al consumatore possono influenzare il comportamento del mass consumer, indirizzandolo verso scelte più sostenibili.

In sintesi, grazie al percorso strategico di Carbonsink le aziende fashion guadagnano valore e competitività nell’industria: un approccio triple win che apporta benefici alle aziende stesse, all’ambiente e alle comunità, aumenta la resilienza del business in un’ottica di medio-lungo termine (contro rischi esterni e interni) e ha anche il potenziale di influenzare policy-makers e altri stakeholders, moltiplicando così, in maniera esponenziale, il suo impatto positivo.

Fonte: pambianconews.com 

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