Farfetch, la svolta del «conscious shopping»

Farfetch goes (again) green. L’e-tailer fondato da José Neves ha lanciato il suo primo Conscious luxury trends report annuale. Il focus dell’analisi è sul cambiamento delle modalità di acquisto dei consumatori, che si sono mostrati più responsabili da quando è esplosa la pandemia. Contestualmente, l’e-commerce da 1,7 miliardi di ricavi nel 2020 ha anche aggiornato, in collaborazione con IOF.earth, il suo Fashion footprint tool, per permettere a tutti i clienti di capire in maniera intuitiva l’impatto delle loro scelte moda.

«Il 2020 ha dimostrato che utilizzare la nostra piattaforma può essere un modo per apportare un cambiamento positivo nel settore lusso», ha spiegato il ceo e chairman Neves, che di recente ha raccontato tutti i progressi fatti fino a oggi dalla società per tutelare l’ambiente e promuovere l’inclusività. «Abbiamo mosso passi in avanti con ciascuno dei “Positively Farfetch pillars”, ossia Cleaner, Conscious, Circular, Inclusive e Changing». Il Conscious luxury trends report e l’aggiornamento del tootprint Tool, ha aggiunto l’imprenditore portoghese, sono solo i nuovi step di un progetto più ampio che mira a trasformare il luxury retail in chiave più sustainable.

Nello specifico, dal report è emerso che nel 2020 i consumatori di tutto il mondo si sono mostrati più consapevoli. Il Messico ha registrato la crescita più consistente a livello globale nel conscious shopping con un +341%. I paesi asiatici sono risultati i più lungimiranti preferendo marchi «più green». La vendita di prodotti eco-friendly è salita 3.4 volte più velocemente grazie sia all’ampliamento dell’offerta di Farfetch sia al maggiore interesse per il tema da parte dei consumatori. Il traffico verso sezioni green sulla piattaforma è quadruplicato di anno in anno e, dopo il dilagare della pandemia, c’è stato un aumento nell’uso del filtro «sostenibilità» durante lo shopping.

«Il 2020 è stato un anno molto impegnativo per noi», ha detto Thomas Berry, director of sustainable business. «Abbiamo svelato il nostro piano a lungo termine per il raggiungimento dei “Positively Farfetch 2030 goals”, aumentato lo stock di prodotti conscious e rafforzato i progetti a sostegno della circolarità». Lo scorso anno, si legge infatti nel report, hanno avuto un incredibile successo tutte le iniziative di circular fashion per prolungare il ciclo di vita dei prodotti. Il servizio di rivendita Second life di Farfetch è cresciuto del 527% mentre il servizio Donate ha raggiunto un incremento del 662%. Anche le maison e le boutique si sono attivate per la sostenibilità ambientale. Da un lato ci sono piccoli marchi come Veja, Bode e Alighieri, in prima linea in termini di pratiche consapevoli, dall’altro griffe come Gucci, Prada e Burberry.

Farfetch utilizza una serie di criteri per identificare ciò che viene definito conscious sulla piattaforma. Per esempio, i prodotti devono essere fatti di materiali riconosciuti o certificati in modo indipendente (come tessuti organici, riciclati e upcycled, materiali cellulosici a basso impatto), essere stati creati attraverso un processo di produzione certificato, essere di seconda mano o appartenere a un brand che ha ottenuto un buon punteggio con l’agenzia di ethical rating Good on you.

Fonte: mffashion.com

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