Ferrero riapre la fabbrica di Arlon. La vigilanza continuerà per tre mesi

È ripartito, sotto sorveglianza dell’Afsca, l’agenzia federale per la sicurezza alimentare di Bruxelles, l’impianto Ferrero di Arlon, in Belgio. Sospeso l’8 aprile, a seguito della diffusione, in vari Paesi europei (Gran Bretagna, Francia, Belgio e Irlanda), di un’infezione da salmonellosi (più di 300 casi), intervenuta dopo il consumo di alcuni prodotti a marchio Kinder, la fabbrica è stata sottoposta a severi processi di controllo sia da parte delle autorità, sia dalla stessa azienda.

Autorizzazione condizionata

«Più di 1.000 persone, tra dipendenti Ferrero e specialisti indipendenti, hanno lavorato ininterrottamente nel sito – scrive l’azienda -. Sono stati completati più di 1.800 test di qualità, 10.000 parti industriali sono state smontate e pulite e sono stati effettuati investimenti significativi. Ciò include la sostituzione di varie apparecchiature e l’installazione di 300 metri di nuove condotte. Abbiamo anche aggiornato i protocolli di sicurezza, intensificato i corsi di formazione e i processi di campionamento».

In maggio Ferrero aveva già inoltrato, all’ente federale, la richiesta di ripartenza, che è stata accettata il 17 giugno, con alcuni vincoli. Infatti, l’Afsca ha rilasciato un’autorizzazione provvisoria, della durata di tre mesi che, solo in seguito a risultati completamente positivi, diventerà definitiva.

«Durante questo periodo – scrive l’autorità – saranno analizzate le materie prime e ogni lotto di derrate alimentari prodotto ad Arlon. Solo se gli esami daranno esito favorevole i prodotti potranno essere messi in commercio».

Il commento del Ceo

D’altro canto, la decisione di Bruxelles è stata presa dopo parecchie settimane di test capillari realizzati sia sui prodotti, sai sull’infrastruttura industriale. L’indagine ha portato a deliberare che Ferrero offre ora tutte le necessarie garanzie di conformità, in materia di sicurezza alimentare.

Lapo Civiletti, amministratore delegato di Ferrero, dopo avere rinnovato le scuse, ha sottolineato, che «in 75 anni di storia il gruppo non aveva mai sperimentato una simile situazione. Abbiamo tratto una lezione da questo sfortunato evento e faremo di tutto affinché esso non si ripeta».

Intanto la multinazionale italiana ha varato un investimento di 214 milioni di dollari per rafforzare la produzione nel proprio stabilimento di Bloomington, in Illinois.

Fonte: distribuzionemoderna.info

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