Gdo, la spesa? Ora si fa via app. Cresce la richiesta di prodotti freschi

La società di ricerca inglese Dunnhumby, specializzata nel retail, sussidiaria del colosso dei supermercati inglesi Tesco, ha realizzato una indagine presso i suoi principali clienti (grandi centri commerciali e catene di supermercati) per capire quali saranno le tendenza del commercio dopo la pandemia del Covid 19.

Questo perché a detta degli esperti inglesi, il settore del retail in generale, e, in particolare, i comparti dei generi alimentari e dei prodotti farmaceutici, sono sulla soglia di un cambiamento epocale e che il settore non tornerà più quello di prima. Dalla ricerca si evidenzia come siano otto le nuove principali tendenze che saranno il driver post pandemia, sia per i clienti che per i retailer.

Per quanto riguarda il cliente al primo posto come valore per guidare i propri acquisti ci sarà sicuramente il valore, la qualità di un negozio e dei suoi prodotti. “L’aumento della dimensione del carrello e meno frequenti occasioni di spesa fanno sì, infatti, che il “valore” della spesa complessiva sarà l’aspetto più importante per i clienti, che cercheranno rassicurazioni continue”.

Gdo, distanziamento sociale
Il distanziamento sociale e la meno frequenza negli spostamenti genererà sicuramente, come d’altra parte già visto nel lockdown, una preferenza per il commercio locale, e questo porterà più clienti e più spese complete nei format di medie dimensioni in termini di frequenza/dimensione del carrello o maggiore domanda di produzione, approvvigionamento e assortimento locali.

Allo stesso tempo secondo gli esperti inglesi tutte queste misure di sicurezza determineranno sicuramente un maggior consumo di cibo in casa e quindi una crisi di tutto il settore dei bar e dei ristoranti, che inevitabilmente dovrà rafforzare il servizio del delivery. Allo stesso tempo i negozi di generi alimentari dovranno sviluppare maggiormente il reparto dei cibi freschi o di quelli precotti, che vedranno un probabile aumento nella richiesta da parte della clientela.

Sicuramente si guarderà molto di più al benessere e all’igiene, sia personale che nella alimentazione. Le persone infatti “concentrarsi su se stessi e su prodotti veramente efficaci nel ridurre lo stress”. In questo aspetto grande rilevanza avrà il fattore umano e quindi una particolare attenzione da parte dei retailer verso le esigenze particolare del cliente per arrivare ad una sorta di commercio più “umano” e meno meccanico.

Trend Gdo, più tecnologia
Altro aspetto fondamentale analizzato dai ricercatori di Dunnhumby e quello riguardante il commercio elettronico, che ha inevitabilmente avuto una impennata durante il lockdown, ma il cui utilizzo sta mantenendo ritmi elevatissimi anche nella fase2. L’impennata nella domanda di servizi di consegna a domicilio e click&collect, infatti, ha portato molti retailer ad incrementare le proprie operazioni online e i primi dati suggeriscono che questo cambiamento non sarà affatto di breve durata.

Attualmente, le vendite online registrano valori da due a quattro volte superiori rispetto ai livelli pre-pandemia e sono limitate più dalla scarsa capacità dei retailer a sviluppare il loro commercio elettronico che dalla domanda. Il punto critico del digitale sembra proprio arrivato: “Grazie alle recenti esperienze, i consumatori si sono convinti che la spesa online rappresenta una valida alternativa per il futuro”.

Gdo, cresce l’uso di app
Man mano che la frugalità ed il benessere giungono a dominare la mentalità dei consumatori, le loro aspettative riguardo alla tecnologia non saranno limitate esclusivamente ai canali online. Saranno molto richieste quelle innovazioni digitali che rendono gli acquisti più semplici, rapidi, sicuri e senza contatti e i clienti si aspetteranno che i retailer mettano a disposizione nuove applicazioni utili e pratiche. Applicazioni che consentono di pianificare la spesa ed evitare le code in base ai livelli di frequentazione del punto vendita.

Sostituzioni senza contatti per buoni spesa, ricette, liste e pagamenti. Ulteriori investimenti in tecnologie che riducono il contatto diretto, quali ad esempio le casse automatiche e self-service. Durante la fase del lockdown il supermercato è diventato come una sorta di ultimo pilastro a cui appoggiarsi in un momento di grandissima incertezza.

I consumatori hanno iniziato a considerare i supermercati, i negozi e i loro dipendenti non soltanto come il mezzo per raggiungere un fine, ma come pilastri della comunità locale, servizi essenziali con lavoratori chiave che li aiutano a destreggiarsi in un periodo di sconvolgimenti senza precedenti. Questo capitale sociale si dimostrerà di grande valore, ma solo per coloro che dimostreranno un’incrollabile volontà di operare per il bene pubblico.

Gdo, iniziative di beneficenza
Tutto ciò comporterà molto probabilmente la necessità di aumentare o mantenere attive le attività che vanno a vantaggio delle comunità locali, ad esempio il banco alimentare e le iniziative di beneficenza. E poi occorrerà per la grande distribuzione sostenere i produttori di alimenti locali e nazionali e rendere più corta la filiera di approvvigionamento.

E però altresì indubbio che tutto questo porterà ad una sempre maggiore competitività e concorrenza. Con la contrazione dell’economia, la concorrenza diventerà inevitabilmente sempre più forte. Gli operatori più deboli inizieranno a trovarsi in difficoltà, mentre è probabile che i grandi retailer trarranno vantaggi dalla loro portata, formando alleanze globali e acquisendo gruppi che consentiranno loro di operare in modo più efficiente e acquistare linee chiave in volume maggiore.

Questa situazione almeno nel nostro paese si era già evidenziata prima dello scoppio della pandemia, con alcune importanti fusioni nella Gdo, che avevano evidenziato una situazione non certo facilissima per il comparto. E’ molto probabile che questa tendenza si rafforzerà nel post covid e molti punti vendita minori chiuderanno, lasciando il mercato sempre più in mano a pochi grandi competitor.

Fonte: affaritaliani.it

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