Il supermercato 100% digitale è la scommessa di 3 startup italiane

Attuali, rapidi, snelli: i supermercati 100% digitali vanno alla carica del mercato dopo il boom dell’e-grocery nel 2020, per insidiare grande distribuzione e piattaforme di ecommerce multinazionali. Un modello di business giovane, privo di negozi fisici e con attori determinati a farsi largo nel mercato offrendo un’esperienza cliente efficiente con consegne a domicilio dalle 2 alle 24 ore nelle zone meglio servite, talvolta gratis e anche con prodotti del territorio.

I supermercati full digital sono l’ultima novità nell’e-grocery, il settore cresciuto più di tutti nell’ecommerce nel 2020: +70% secondo l’Osservatorio digital innovation del Politecnico di Milano. Il valore raggiunto dalla spesa alimentare online è di 2,7 miliardi di euro (1,1 in più rispetto al 2019), ossia l’8,8% di tutti gli acquisti via web, con un’accelerazione delle vendite che nel lockdown ha raggiunto picchi settimanali del +288% e non è mai scesa sotto il +50%, secondo il Consorzio Netcomm.

L’emergenza, secondo Bain & Company, ha concentrato nel 2020 la crescita attesa in due anni dalle stime pre-Covid. Non solo. Il 75% di chi ha fatto la spesa online dichiara di voler ripetere l’esperienza, rispondendo a un’indagine dell’Observatoire Havas Commerce che registra la presenza anche di Macai di Milano e Cicalia di Mantova tra le preferenze dei consumatori, sebbene ancora al 2% e all’1%. Sì, perché insieme a Spesati di Olbia, al momento sono questi alcuni player preminenti nella categoria che ha visto crescere la sua incidenza nell’intero settore gdo dall’1% del 2019 all’attuale 1,7% (dati Osservatorio Politecnico).

Macai
“’Makai’ in indonesiano significa ‘mangiare’ e in hawaiano ‘al mare’: per noi indica una spesa più libera e agile, senza borse pesanti e risparmiando tempo”. Lo spiega Giovanni Cavallo, uno dei tre fondatori di Macai, l’ultimo nato fra i supermercati 100% digitali. “L’abbiamo lanciato in due settimane in aprile a Milano, Torino e Verona, grazie a una sinergia di intenti con Dac, nostro fornitore sin dall’inizio al quale poi si sono aggiunti Metro cash & carry e altri due per ortofrutta e carne”, racconta. “Sono loro ad avere i magazzini dove si reca il nostro player logistico (o viceversa), in grado di consegnare nel giro di 24 ore in 53 province italiane, in totale ne raggiungiamo 103”.

La merce viene trasportata su furgoncini refrigerati e il costo di consegna è 5,9 euro per scontrini sopra i 40, con sovrapprezzo di 2 euro in caso di importo inferiore. Non c’è un ordine minimo e il pagamento si fa online. Dalle Marche in giù la consegna avviene in 48 ore, eccetto Basilicata, Calabria e Sicilia dove si arriva a 72. La Sardegna, per ora, non è raggiunta.

“La penetrazione dell’e-grocery arriverà fino al 10% rispetto ai canali tradizionali nei prossimi sei anni, un’opportunità da 18 miliardi di euro, con una crescita annua composta del 36,5%” dichiara Cavallo, citando dati Bain. “L’obiettivo è dare oggi un servizio a quante più persone possibile, per diventare un domani competitor della gdo sul prezzo, magari costruendo uno o più magazzini. Il nostro punto di forza è la struttura snella, grazie a partner forti che ci affiancano. Inoltre partiamo già come brand nazionale, concentrati sull’acquisizione dei clienti per crescere a una media maggiore del mercato, microevolvendo localmente a seconda della risposta, offrendo prodotti che non sempre si trovano nei supermercati e in ottica consumatore-centrica”.

I fondatori Giovanni Cavallo, Lorenzo Lelli ed Edoardo Tribuzio, vengono dall’esperienza MyMenu, food delivery italiano di fascia alta (“scontrino medio 40 euro”) avviato sette anni fa e che a marzo ha raggiunto il punto di pareggio. “La spesa alimentare è uno degli ultimi mercati rimasti offline, ma è in atto una trasformazione digitale dei clienti”, commenta Cavallo. “Lato grossisti, con il canale ristorazione bloccato nel lockdown, c’è stato interesse a trovare un nuovo canale per le merci. Lato consumatori, la fiducia crescerà come accaduto con la consegna dei pasti a domicilio. Da quell’esempio potremmo anche mutuare un modello più ‘express’ di consegne in 60-120 minuti, sviluppando darkstore in alcune città, per spese ricorrenti ma più piccole rispetto all’attuale scontrino medio che è di 90 euro”.

Cicalia
“Mentre le formiche fanno la coda al supermercato, le cicale ricevono la spesa a casa in relax”. È la filosofia di Cicalia, spiegata da Davide Rossi, 38 anni, fondatore del supermercato online nel 2017, insieme a Simone Gotti e Stefano Robbi tutti con esperienza nell’e-commerce: “Partiti a budget zero, quest’anno faremo 3 milioni di euro di fatturato: l’idea è nata nel 2016, osservando un’alta ricerca per parole chiave sul web, ma con bassa penetrazione del servizio”.

Il magazzino è di Ortofrutticola srl, grossista e retailer di Sabbioneta (Mantova) di Emiliano Anversa, socio di Cicalia. Qui arrivano i vettori di trasporto (Brt per il secco), gli operatori Cicalia raccolgono la merce nel “dark store” tra 10mila referenze, poi i furgoni ripartono per tutta Italia, con consegna in 24 ore (48 per Calabria e Isole). Collegandosi al sito bisogna digitare il proprio cap. “Serve a indicare l’esatto tempo di consegna: il cliente si affida alla spesa a domicilio per comodità ma nel caso dell’alimentare il ritardo è meno accettato, rispetto ad altre merceologie. Il refrigerato ad esempio allunga i tempi: 24 ore fino al Lazio, 48 per Campania e alta Puglia, 72 per Calabria e isole. Creare un network di mezzi per la gestione del fresco 0-4 gradi è una delle principali barriere all’ingresso nel settore, insieme al magazzino: noi siamo stati i primi a farcela”, afferma Rossi.

L’ordine minimo è di 19 euro e il costo di consegna varia da 2,9 euro per scontrini oltre i 100 euro, fino a 5,9 per un conto che non supera i 29. Al momento dell’ordine si riceve un’email con codice tracciamento, è possibile pagare in contanti al fattorino, acquistare gli ingredienti sulla base di ricette proposte, aderire a programmi sconto e ritirare la spesa in uno dei 1.700 “FermoPoint” convenzionati (edicole, bar, negozi…). “La piattaforma online parte da PrestaShop ma il codice è al 90% originale, grazie a uno sviluppo interno”, spiega Rossi.

Cicalia ha effettuato nel 2018 un round di finanziamento da 260mila euro tramite equity crowdfunding su MamaCrowd e un altro era previsto quest’anno, rimandato a causa dell’emergenza Covid. “Nel lockdown abbiamo gestito fino a 5-600 ordini al giorno, è stato un fenomeno che ha ‘sdoganato’ il servizio e ora la richiesta è superiore di tre volte rispetto a prima: il settore crescerà ulteriormente, è il momento di accelerare nel minor tempo possibile. Uno dei progetti possibili è creare un magazzino anche nel Centro-Sud per migliorare i tempi di consegna in quelle regioni”, aggiunge Rossi.

Spesati
“Fai la spesa e ti togli il peso: il nostro nome era Spésati, poi hanno iniziato a chiamarlo Spesàti e… si sa, andiamo sempre incontro al cliente”. Con questo aneddoto Mario Sanciu spiega il nome del supermercato online “made in Sardinia”, fondato nel 2017 con darkstore-magazzino da 400 metri quadrati a Olbia: “Fra i 104 comuni con oltre 60mila abitanti, Olbia è penultimo in Italia per densità di popolazione, superficie e reddito pro capite” – osserva Sanciu. “Oggi come oggi non investiremmo mai in una città così piccola, ma almeno è servito per uno stress test alla base”.

Spesati consegna in due ore in tutta la Sardegna, con mezzi propri o corriere, e arriva anche nel resto d’Italia e all’estero, volendo. “Come monetizzare il traffico online?”, a questa domanda Sanciu, laurea in Economia, imprenditore editoriale online, ha risposto con un’attività che oggi conta “circa 25mila clienti e 20mila referenze”, anche grazie alla partnership con il gruppo Ibba, che mette a fattor comune due magazzini da 6mila metri quadrati a Olbia e Sassari, da dove partono tutte le merci.

“Nel lockdown abbiamo gestito ordini per 40mila euro al giorno, essendo presenti da tre anni nel settore eravamo primi nelle ricerche su Google”, spiega Sanciu. “I supermercati online hanno una marcia in più grazie a un potenziale di margine operativo lordo di circa tre volte rispetto ai tradizionali: non servono investimenti immobiliari rischiosi, né costi fissi per impianti e grazie alla tecnologia è possibile scalare il servizio da uno a diversi milioni di clienti”.

L’ordine minimo è 29 euro e il “contributo di consegna” parte da 3,5 euro, ricevendo nella fascia oraria della giornata prescelta. C’è anche un servizio dedicato per yacht e ville. “Lo scontrino medio di una spesa online è nettamente superiore rispetto a chi va al supermercato, 75 euro”, spiega Sanciu. “In estate la clientela turistica lo solleva fino al doppio, e c’è un business model ‘lusso’ per la Costa Smeralda. Il fatturato 2020 sarà di 2 milioni di euro, quattro volte tanto il dato del 2019: una crescita simile era attesa, ma nell’arco di tre anni, non uno”.

Sanciu è ad e socio di maggioranza relativa all’interno di una compagine “che negli anni si è rinnovata con scambi di quote per crescere con le proprie energie, in modo da raggiungere uno standard efficiente, scalando il mercato”. In futuro si delineano ulteriori sviluppi. “Vorremmo introdurre una tariffa flat di spedizione”, conclude Sanciu. “Un altro obiettivo sarebbe aprire un magazzino in un’area metropolitana del Nord Italia, dov’è possibile raggiungere 6 milioni di persone in un’ora d’auto: stiamo già in trattativa con alcuni operatori all’ingrosso”.

Fonte: wired.it

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