Kroger investe sui big data

I big data sono l’ingrediente segreto per restare protagonisti in un mercato sempre più complesso e competitivo, dove le mosse di Amazon e le mire espansionistiche dei discount tedeschi rappresentano una sfida continua e dai contorni difficilmente prevedibili.

Anche per questo motivo Kroger investe su “84,51°”, il suo avveniristico centro di ricerca ed elaborazione dei dati con sede a Cincinnati, in cui 750 dipendenti studiano le abitudini dei clienti nel lungo periodo, oltre a testare innovazioni tecnologiche per migliorare la shopping experience. Qui, per esempio, è stato ideato il sistema a infrarossi che permette di rilevare quanto è affollato uno store, ottimizzando così la gestione delle casse. E sempre in questo centro viene seguita l’implementazione del servizio di self checkout, che sarà estesa a 400 negozi Kroger nel corso del prossimo anno. Il vero vantaggio del rivenditore sulla diretta concorrenza, però, è anzitutto nell’enorme mole di dati che riesce a esaminare, calibrando poi l’offerta di conseguenza.

Basti pensare che Kroger utilizza circa 850 algoritmi per personalizzare i coupon inviati ad almeno 12 milioni di famiglie, rendendoli quindi “su misura” anche rispetto a esigenze o aspettative particolari. Non a caso, su alcuni buoni può vantare un tasso di redemption pari addirittura al 65%, contro una media nazionale stimata intorno al 5%.

Nel complesso, durante il 2018 guadagneranno maggiore spazio i brand Private Selection e soprattutto Simple Truth, con nuove referenze bio, a cominciare dai cosiddetti superfood. Il tutto, inoltre, incrementando notevolmente la tecnologia in-store, grazie a un budget superiore del 200% a quello stanziato quest’anno.

Tratto da Foodweb

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