La cinese Fosun si compra Sergio Rossi e punta al polo del lusso

Sembrava (quasi) cosa fatta il passaggio di Sergio Rossi a Bally, Piquadro o Marquee Brands, i tre pretendenti che avevano comunicato il loro interesse per il brand di calzature di lusso. Invece il 100% del marchio è stato acquisito dalla conglomerata cinese Fosun Fashion Group (FFG). Un’operazione a sorpresa perché il nome del gruppo cinese non era mai uscito nel corso di questi mesi di asta competitiva organizzata da Rothschild, advisor di Investindustrial che nel 2015 aveva rilevato il brand da Kering.

Top secret i termini finanziari dell’operazione che si concluderà entro la fine dell’estate. Confermato l’amministratore delegato Riccardo Sciutto, che diventa anche co-investitore nel veicolo utilizzato per l’operazione. Secondo Wwd, Fosun è ancora alla ricerca di acquisizioni nel settore del lusso, dove sta costruendo il proprio portafoglio. Fosun International Limited, una conglomerata fondata nel 1992 e presente in settori che vanno dal turismo allo sport, dalle assicurazioni al prodotti farmaceutici. Fosun Fashion Group, la divisione moda della conglomerata cinese Fosun International (la capogruppo ha un patrimonio totale di 767,7 miliardi di RMB, pari a 99 miliardi di euro al cambio attuale) controlla Lanvin, Wolford, St.John, Tom Tailor e l’italiana Caruso e ha già espresso in passato la volontà di voler diventare un polo del lusso, puntando quindi ad entrare nel ristretto circuito al momento dominato dai colossi francesi Kering e Lvmh.

Tra le priorità del gruppo cinese ci sarà la forte sinergia tra i marchi. “Questa acquisizione non solo completa un ecosistema di marchi strategico più completo per FFG, ma crea anche potenziali sinergie tra i marchi attraverso la fabbrica Sergio Rossi, completamente di proprietà e all’avanguardia“, ha affermato Fosun nella nota. All’interno dello stabilimento di San Mauro Pascoli potrebbero quindi essere prodotte calzature anche per St.John e Lanvin. Due le direttrici di sviluppo: da una parte l’Asia e dall’altra il potenziamento dell’online, avviato nel 2018 e con grandi margini di miglioramento. La presidente della holding cinese, Joann Cheng ha ricordato l’enorme archivio di Sergio Rossi (“siamo rimasti ipnotizzati dall’archivio, meticolosamente rinnovato e digitalizzato con oltre 13.000 documenti, e dove oltre 6.000 scarpe storiche sono conservate come ispirazione per le collezioni future”, ha dichiarato) e ha sottolineato di prevedere per Sergio Rossi una maggior espansione in Asia e non è un caso dato che la regione è prima consumatrice di prodotti di lusso al mondo.

Sergio Rossi, il cui fondatore è scomparto lo scorso anno, conta 64 boutique e ha chiuso il 2020 con ricavi per circa 60 milioni di euro. Nel 2015, al momento della cessione da Kering a Investindustrial, il suo giro d’affari, già in calo da diversi anni, si aggirava sugli 80 milioni di euro. Fondata da Sergio Rossi nel 1966, l’azienda aveva ceduto nel 1999 al gruppo Gucci (poi comprato dal gruppo PPR, ora Kering) il 70% del capitale, per poi salire al 100% nel 2005 con l’uscita di Rossi dalla società.

Fonte: pambianconews.com 

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