La sfida sostenibile di Cortilia

Coniugare lo “slow food della terra e delle stagioni” con l’era dell’on-demand economy. Una sfida accettata da Cortilia, il primo mercato agricolo on line a mettere in contatto i consumatori con agricoltori, allevatori e produttori artigianali, per fare la spesa come in campagna. Il successo dell’iniziativa e i numerosi riconoscimenti ricevuti – fra i quali spicca il premio speciale Italia del Fare nell’ambito del XVI Premio Assorel per le RP – ne fanno uno degli ambasciatori del Made In Italy alimentare. Il suo fondatore e CEO, Marco Porcaro, guarda al futuro e punta alla sostenibilità e al rispetto della natura per la sua food-tech company.

Buon cibo e tecnologia: una fusione iniziata otto anni fa. Dottor Porcaro, qual è stato il suo punto di forza?
Gli sviluppi provenienti dal mondo hi-tech hanno guidato la mia idea di innovazione, da sempre volta a ridurre la distanza tra produttore e consumatore. Da qui la decisione di imprimere un’ulteriore accelerazione all’impiego degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale. All’inizio siamo partiti con 4 aziende agricole. Vendevamo prevalentemente ortofrutta con 200 referenze e con un livello di servizio di consegna a 3 giorni dall’ordine. Oggi il catalogo sulla piattaforma Cortilia conta oltre 2.500 prodotti provenienti da oltre 250 partner selezionati. Vendiamo frutta e verdura, carne, pesce, formaggi e latticini, uova, pane, vino e birra artigianale, prodotti di bellezza e per la pulizia della casa. Serviamo 500 Comuni, con un livello di servizio molto alto. Chi abita a Milano, per esempio, ordina fino alle 21 e può ricevere la spesa già la mattina del giorno successivo.

Con che criterio scegliete i prodotti da vendere sulla vostra piattaforma?
Puntiamo sulla freschezza, sulla stagionalità e sulla sostenibilità. Gli agricoltori devono attenersi a disciplinari e modalità di lavoro che siano in linea con quanto richiesto da Cortilia: massimo rispetto sia nell’eticità della produzione – per quanto riguarda l’impatto ambientale, quindi la certificazione biologica piuttosto che la lotta integrata – sia nel rapporto tra produttori e i nostri collaboratori. Abbiamo un team di esperti che si relazionano quotidianamente con i produttori, e dei consulenti advisor, dall’agronomo al veterinario, che fanno verifiche sul posto. Per noi è importante che le aziende abbiano una storytelling e una mission di valore che raccontiamo ai clienti attraverso i nostri canali web e social, spiegando il perché della nostra scelta.

Che cosa significa per Cortilia “sostenibilità”?

Compriamo direttamente dai produttori. Per noi sono fondamentali i concetti di filiera corta e tracciabilità. Cerchiamo il prodotto migliore sul territorio, facendo in modo che prevalga il localismo in funzione della sostenibilità economica. La sostenibilità si può sviluppare sia nella produzione, per esempio avere un basso impatto ambientale nella produzione di ortaggi e di frutta, sia nel trasporto, cioè fare in modo che prevalentemente si vendano prodotti più vicini al luogo di consumo. Vogliamo offrire un servizio di valore alle persone e al territorio in cui vivono.
Qual è la vostra strategia per aiutare i produttori agricoli e l’ambiente?
Abbiamo preso in carico produttori che nel 2012 producevano in modo convenzionale e li abbiamo invitati a convertire le proprie produzioni verso il biologico. Oggi la domanda va in quella direzione. Inizialmente erano reticenti. Erano convinti che la scelta non fosse sostenibile dal punto di vista economico. Per loro è stato senz’altro un investimento sia in termini economici diretti (la certificazione costa), sia in termini produttivi (la resa della produzione cala dal 20 al 30%, talvolta anche del 50%, e il costo del prodotto aumenta). Noi abbiamo offerto loro il canale di vendita. Voi producete e noi vendiamo: questa è stata la nostra strategia. Sapere che se si investe in quel tipo di produzione poi c’è un acquirente che compera spinge l’imprenditore agricolo ad accettare la sfida.

Avete disegnato l’azienda seguendo un sistema di economia circolare. In che modo?
La missione di Cortilla è avere il minino impatto sull’ambiente e siamo fieri di aver gestito, sin dall’inizio, le eccedenze in un’ottica di economia circolare. Grazie all’innovazione e all’utilizzo di sistemi di Intelligenza Artificiale riusciamo a contenere le eccedenze alimentari al solo 1%. I prodotti invenduti non vengono buttati, ma donati al Banco Alimentare Lombardia, con cui abbiamo una partnership dal 2012, che provvede a smistarli alle strutture caritative che sfamano i bisognosi, rendendo possibile il circolo virtuoso della solidarietà.

Durante l’emergenza Covid19 vi siete trovati ad affrontare un picco alto di richieste e avete svolto un’indagine statistica sui comportamenti d’acquisto di un campione di oltre 2.500 vostri utenti. Che cosa ne è emerso?
Il profilo sociodemografico dei clienti intervistati ha rilevato una netta maggioranza di donne (70%). Gli utenti sono stati spinti a provare l’acquisto online sulla piattaforma soprattutto da motivazioni legate all’emergenza stessa e, in particolare, alla necessità di evitare il più possibile di uscire di casa (per il 63,9% degli intervistati), a conferma del ruolo di pubblica utilità che i servizi di spesa online hanno rivestito durante il “lockdown”. La quasi totalità dei nuovi clienti (98%) ha dichiarato di aver apprezzato il servizio e di volerlo utilizzare in futuro, segno che la situazione ha rotto molte diffidenze nei confronti dell’e-commerce, strumento destinato a crescere anche nella fase post-emergenza.

Quali sono i fattori in grado di influenzare maggiormente i comportamenti di acquisto futuro?
Analizzando le aspettative degli utenti nei confronti di Cortilia, è emersa soprattutto l’esigenza di prodotti buoni ad un giusto prezzo per il consumo quotidiano, indicata come priorità dall’81,4% degli utenti. La maggiore preoccupazione degli intervistati per il futuro è la salute (68%), seguita dalla crisi economica (56%). Se è vero che il periodo storico vissuto lascerà nei consumatori una maggior consapevolezza del fatto che un buono stato di salute passa anche dall’alimentazione e dal giusto apporto di nutrienti essenziali, crescerà la ricerca della qualità e il consumo di prodotti sani, ma parimenti, in una condizione di recessione globale, anche l’attenzione al prezzo assumerà ulteriore importanza (74%).

Fonte: lastampa.it

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