L’altra faccia del retail. Dalle donazioni alle conversioni delle unità produttive. I gesti di solidarietà delle aziende italiane e non solo.

Da quando è scoppiata l’emergenza sanitaria legata a Covid-19, sono molte le imprese che hanno dimostrato un grande senso di solidarietà con diverse iniziative.

Oltre alle donazioni ed a un incremento dei servizi volti a fronteggiare questa lunga battaglia, alcune aziende hanno deciso di convertire le proprie linee produttive per la realizzazione di materiali utili come mascherine, camici, calzari e gel disinfettanti.

Dalla filiera del tessile-abbigliamento, industrie come Gruppo Miroglio, Artemisia, Santini, hanno deciso di contribuire mettendo a disposizione il proprio know-how e convertendo le proprie unità produttive: dagli indumenti tecnici per il ciclismo alle mascherine, dal confezionamento di abiti a quello di camici monouso che, in questi giorni, i medici di tutta Italia indossano negli ospedali. (Leggi la news qui).

Mentre, dal settore automotive e, in particolare FCA, Ferrari e Magneti Marelli, giunge l’aiuto per Siare Engineering, il maggior costruttore italiano di ventilatori polmonari utilizzati nei reparti di terapia intensiva. L’improvvisa richiesta di queste attrezzature da parte delle strutture sanitarie ha messo a dura prova l’azienda, tanto che le società automobilistiche sono intervenute volendosi occupare direttamente della produzione e dell’assemblaggio dei macchinari, ma soprattutto dell’approvvigionamenti dei componenti necessari (Leggi la news qui).

Dal settore beauty, uno dei primi a scendere in campo è stato Lvmh che ha deciso di dedicare l’unità destinata a profumi e cosmetici per la produzione di gel disinfettante per le mani. Lo stesso hanno fatto L’Oréal e Davines. Non solo, altre imprese come Diego dalla Palma Milano, Korff e Gruppo Desa, hanno contribuito alla causa attraverso delle donazioni (Leggi la news qui).

Importanti aiuti economici sono arrivati anche dai grandi nomi della moda come Dolce&Gabbana, Bulgari, Giorgio Armani a favore delle strutture sanitarie che si impegnano quotidianamente per curare i pazienti infetti e, nella ricerca di una possibile cura al virus. (Leggi la news qui).

Non solo, aumentano sempre più le azioni benefiche anche da parte del comparto wine&food. Le catene della grande distribuzione organizzata come Esselunga, E-Coop, Carrefour, Pronto Spesa (Crai), Iperfamila, Basko, hanno aumentato i propri servizi di consegna a domicilio, con un particolare riguardo verso i soggetti maggiormente a rischio da contagio come gli over 65 (Leggi la news qui).

Inoltre, aziende della ristorazione, del comparto alimentare e consorzi del vino, hanno deciso di dare il loro contributo non solo attraverso donazioni, ma anche servizi dedicati alla popolazione più colpita dal virus. Tra queste ricordiamo, il gruppo delle mense aziendali Pellegrini che ha annunciato che dal 16 marzo, per tre mesi, distribuirà 30mila pasti gratis agli anziani di 19 località lombarde (Leggi la news qui).

Grande solidarietà anche da parte di gruppi legati al mondo dell’edilizia e del ferramenta come Kerakoll, Mapei e Kapriol (Leggi la news qui).

Infine, non dimentichiamo l’aiuto giunto dai big internazionali della tecnologia come Apple che, ha mostrato il suo sostegno e la propria vicinanza al nostro Paese attraverso una donazione significativa destinata alla protezione civile italiana (Leggi la news qui) o Jack Ma, fondatore di Alibaba che, ha donato 1 milione di mascherine e 100.000 kit di rilevamento alla popolazione italiana. (Leggi la news qui).

Fonte: Retail Institute Italy

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