Printemps ‘rinasce’ a New York: non solo moda ma anche food&hospitality

Printemps si reinventa e sceglie, inaspettatamente, il finance district di New York per il debutto di un progetto che porta lo slogan ‘Not a department store’. Non solo grande magazzino, quale Printemps è dal 1865 quando Jules e Augustine Jaluzot scelgono di aprire il loro primo Grand Magazin du Printemps in Boulevard Haussmann. Dopo 160 anni di storia, evoluzione e numerose aperture, il celebre grande magazzino di lusso francese, si prepara ad inaugurare il primo progetto statunitense della sua storia e lo fa cambiando le regole del gioco.

L’obiettivo è che le persone si fermino a lungo all’interno degli spazi del mega store, che si rilassino consumando un pasto, bevendo un drink, che trovino servizi utili, che possano trascorrere un’intera giornata all’insegna del benessere, secondo quanto affermato dal CEO Jean-Marc Bellaiche e riportato da Bof. Che ha precisato, nel concreto: “Questo non è un grande magazzino, è un progetto di ospitalità”. L’operazione nasce da un’idea dell’ex emiro del Qatar, Hamad bin Khalifa Al Thani, che controlla Printemps attraverso la holding lussemburghese Olympe Investments.

Printemps aprirà le porte nello storico edificio di 50 piani di One Wall Street il prossimo 21 marzo, tra spazi di relax e di servizi, e non semplicemente di shopping, seppur ospiterà le collezioni dei suoi oltre 450 marchi. Molti di questi, specializzati in particolare nelle calzature, saranno protagonisti della Red Room, una mega salone in stile Art Dèco con soffitti originali dell’architetto statunitense Hildreth Meière degli anni ’20. Questo spazio, come tutto il resto del grande magazzino è stato curato dall’architetto e interior designer parigina pluripremiata, Laura Gonzalez.

Un’altra buona parte del department sarà dedicata al food&beverage sotto la guida del direttore culinario Gregory Gourdet, due volte finalista di “Top Chef” e tre volte vincitore del James Beard Award, che per il ristorante Maison Passerelle dello store, penserà creazioni che creano un ponte tra la cucina parigina e quella americana. In tutto ci sono cinque opzioni per mangiare e bere all’interno di Printemps New York, tutte di proprietà e gestite dal rivenditore. Tra questi c’è il Café Jalu, aperto tutto il giorno, che prende il nome dai fondatori di Printemps, i coniugi Jaluzot.

Vi sarà poi una sezione dedicata agli articoli da regalo con articoli a basso costo, come candele e abbigliamento casual. E tra collezioni maschili, abiti da sera, womenswear e prodotti di bellezza, al secondo piano sarà possibile dedicarsi a un momento di ristoro grazie alla sala Spa dedicata agli ospiti. È in servizi come questi che ci concentra la volontà espressa dal CEO di “non essere solo un negozio ma una destinazione”.

La scelta del quartiere è senz’altro inusuale, ma apparentemente lo spazio è stato quello che ha convinto il management per la storicità della sua struttura, del prestigio dei mosaici sui pavimenti e sui soffitti, valorizzata poi da Gonzalez. Nell’organizzazione interna, invece, a differenza delle altre sedi, Printemps New York non avrà shop-in-shop. Questa è stata una decisione consapevole, ha detto Bellaiche, per enfatizzare il senso di curatela nel negozio. Di conseguenza, alcuni grandi nomi degni di nota potrebbero mancare dal mix, tra cui Louis Vuitton, ma un quarto della proposta sarà costituito da marchi totalmente nuovi per il mercato statunitense, come il marchio di pelletteria Camille Fournet e la linea di gioielli Ophelia Eve per un’iniezione di innovazione e uno sguardo al futuro.

Fonte: pambianconews.com

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