Amazon acquisisce Bee, la startup che ha inventato un assistente AI da indossare
I membri del team saranno assunti dall’azienda di Seattle e il dispositivo verrà integrato nell’ecosistema di Alexa.
Amazon ha ufficializzato l’acquisizione di Bee, la startup fondata da Maria de Lourdes Zollo ed Ethan Sutin, che ha sviluppato un innovativo dispositivo indossabile basato sull’intelligenza artificiale ambientale. L’annuncio è giunto tramite un post su LinkedIn della cofondatrice e CEO Maria de Lourdes Zollo, che ne ha sottolineato la mission: “Rendere l’IA veramente personale, capace di comprendere e migliorare la vita di ognuno”. Secondo Reuters, l’accordo, ancora in fase di chiusura, prevede per tutti i membri del team di Bee offerte di lavoro per entrare nell’azienda di Seattle. È un’operazione strategica che rilancia le ambizioni di Amazon nel campo dei dispositivi personali intelligenti, dopo il parziale ritiro dalla scena wearable con la chiusura della linea Halo nel 2023.
Ma Bee non è un semplice fitness tracker. È un assistente personale da polso, un piccolo bracciale dal design sobrio e minimalista, capace di ascoltare le conversazioni quotidiane, comprendere il contesto e restituire valore all’utente attraverso sintesi personalizzate, promemoria, liste di priorità e automazioni intelligenti. Come ha raccontato Zollo a Italian Tech, “è una sorta di microfono che vive il contesto in cui ci muoviamo, capisce i nostri gusti, le nostre routine, e ci aiuta a essere più efficienti”. E lo fa con la promessa di lasciare all’utente il pieno controllo sui dati. Basta un pulsante per disattivare la registrazione, e in più le informazioni raccolte non includono l’audio originale, ma solo elementi trascritti e anonimizzati.
L’approccio di Bee ha conquistato presto l’interesse degli investitori: 7 milioni di euro raccolti lo scorso anno in un round guidato da Exor Ventures, con la partecipazione di Greycroft, New Wave VC, Banana Capital e Brian Bedol.
Una tecnologia che ci accompagna
Bee nasce da una visione precisa: creare un’intelligenza artificiale che impari da noi, non su di noi. Non una sorveglianza costante, ma un aiuto discreto. “Il modo in cui stiamo vivendo è sbagliato. Lavoriamo troppo e ci allontaniamo da ciò che conta”, ha detto Zollo, 30 anni, originaria di Caracas ma cresciuta a Parma. “Quando guardo lo schermo dello smartphone, mi prende l’ansia. È per questo che ho voluto creare qualcosa che restituisca equilibrio”.
Bee ha una batteria da 60 ore, si indossa come un accessorio quotidiano grazie a un bracciale o un ciondolo, e sfrutta l’IA per costruire un modello comportamentale personalizzato, che aiuta a semplificare le giornate. Di giorno ascolta, di notte rielabora e suggerisce. È una sintesi perfetta tra wearable computing e agenti conversazionali intelligenti, un’idea che ha preso forma grazie all’esperienza maturata da Zollo nei colossi globali della tecnologia.
Nata a Caracas, mamma venezuelana, papà italiano, Maria Zollo arriva in Italia a 5 anni. Oggi vive a San Francisco e alle spalle ha già una carriera piena di esperienze straordinarie. Ha lavorato in Cina, per il colosso dei videogiochi Tencent. A Londra è stata la dipendente numero 3 di quello che poi sarebbe diventato TikTok. Quando tutto diventa troppo grande, cerca una dimensione più intima, fondando prima Squad, una startup dedicata al co-watching, poi acquisita da Twitter, e infine Bluush, un’app di consigli beauty tramite IA, che diventa il trampolino per la nascita di Bee. E come founder di Bee, è stata sul palco dell’Italian Tech Week lo scorso anno.
Insieme ad Alexa
Il team di Bee entrerà a far parte della divisione Amazon Devices, oggi sotto la guida di Panos Panay, con l’obiettivo di integrare la tecnologia sviluppata dalla startup in un nuovo ecosistema di dispositivi personali basati sull’intelligenza artificiale, con Alexa come punto di riferimento ma con un’evoluzione tangibile verso l’assistenza contestuale, pervasiva e ultra-personalizzata.
L’ingresso di Bee nel portafoglio Amazon è un passaggio strategico nel panorama in rapida evoluzione dell’IA indossabile, dove realtà come Humane e Rabbit hanno provato e fallito, e si attende la mossa di OpenAI (con l’acquisizione di io, la startup del designer Jonathan Ive). A differenza dei concorrenti, Bee ha dalla sua un’identità chiara: non tanto la promessa di un’intelligenza che ci sostituisce, ma di una tecnologia che ci accompagna nella quotidianità e “ci restituisce tempo”.
Fonte: repubblica.it
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