Al travel retail serviranno 4 anni per recuperare

Le speranze per un ritorno del turismo guardano all’Italia e all’area Schengen, mentre la moda e il lusso, che valgono il 25-30% del business travel retail, potrebbero essere gli ultimi a ripartire dopo l’emergenza sanitaria. Sono queste le prime previsioni delineate da Atri-Associazione travel retail Italia per il comparto legato ad aeroporti, stazioni e duty free. La società tratteggia anche una ripresa cauta degli acquisti del consumatore e, non prima dei 4 anni, del traffico aeroportuale. I dettagli sono stati spiegati dal presidente Stefano Gardini.

Che tempi di ripresa stimate per il travel retail?
Come per tutto il settore viaggio, l’impatto del Covid-19 è stato superiore alla crisi dell’11 settembre 2001 e a quella del 2008-09. Ci vorranno circa 4 anni per recuperare totalmente il traffico aeroportuale. Gli stessi numeri del 2019 sono previsti per la fine del 2022-23. Oltre all’azzeramento delle vendite duty-free e degli aeroporti, ciò che ci preoccupa è una condizione di forte insicurezza dei passeggeri che potrebbero essere poco inclini a fare shopping e la loro minor capacità di spesa in termini di volumi. Inoltre ci potrebbero essere delle restrizioni ulteriori per la sicurezza legate al bagaglio a mano e anche questo influirà al ribasso sugli acquisti. Il mood positivo richiederà dunque tempo per essere ricostruito.

Quali sono in generale le previsioni per il turismo?
È difficile fare stime perché manca l’apertura totale delle frontiere. Ci aspettiamo una ripresa del mercato domestico e dell’area Schengen. L’area asiatica ci fa sperare, tra aprile e maggio i livelli di recupero del comparto in Corea del Sud, Cina e Vietnam sono saliti a una flessione del -40% (su una base di -99%, ndr). La domanda corre anche online: le ricerche Google per i viaggi aerei sono cresciute del 25%.

Su quale strategia deve puntare Milano per far gola ai visitatori?
Milano è stato colpita fortemente, per il futuro è tra le aree più a rischio. Dovrà puntare tutto sulle attività di promozione e comunicazione all’estero come città sicura.

Quali saranno le prime nazionalità a visitarla?
I primi turisti saranno quelli europei, ma non da quest’estate, forse in autunno. Per gli asiatici bisogna vedere che limitazioni ci saranno per gli spostamenti.

Quanto sarà colpito il lusso?
Il format legato all’offerta luxury risentirà della crisi soprattutto all’inizio. La moda e il lusso, che oggi valgono il 25-30% sul business del travel retail (Il beauty 30%, food e beverage 40%, ndr) potrebbero essere infatti gli ultimi a ripartire, questo perché i passeggeri internazionali saranno gli ultimi a ritornare a viaggiare.

Ci sono dei marchi che stanno investendo nell’apertura di negozi negli aeroporti?
No, al momento nessuno.

Ha un messaggio da lanciare al governo?
Per il turismo è necessaria una politica di comunicazione meno frammentata e un coordinamento più direttivo, è l’Italia, e non le singole regioni, a dover riconquistare quote di mercato e credibilità all’estero. Nell’ambito aeroportuale serve un maggiore elasticità dei processi autorizzativi, ciò potrebbe aiutare a prendere decisioni più veloci per rispondere alle esigenze del mercato.

Fonte: mffashion.com

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