BofA, la sostenibilità plasmerà il futuro del retail

Il futuro della moda è sempre più legato alla sostenibilità. È la conclusione emersa da una serie di conference call ospitate da BofA-Bank of America per discutere delle tendenze e degli argomenti che possono influenzare il settore del commercio al dettaglio europeo nel lungo termine, anche in relazione allo scenario post covid-19.

Secondo gli esperti, l’approccio alla moda circolare è un argomento che l’industria fashion dovrà affrontare sempre più spesso. A sottolinearlo è stato Travis People, coo di Gfa-Global fahion agenda, secondo cui il comparto è responsabile dell’8% dei gas serra globali e del 20% dell’inquinamento idrico industriale.

Per Gfa, che lavora con partner come H&M, Nike, Kering e Asos, il settore è chiamato ad agire con urgenza sulla tracciabilità della supply chain, sul rallentamento del cambiamento climatico, sull’utilizzo responsabile delle risorse e sulla promozione di un sistema di moda circolare. Ad oggi, infatti, meno del 15% dei capi di abbigliamento è raccolto per il riciclaggio e meno dell’1% del materiale utilizzato per la loro produzione viene riutilizzato per creare nuovi indumenti.

In relazione a ciò, in futuro si imporranno nuovi modelli di business. A illustrare due esempi di questi modelli che guideranno il cambiamento del comportamento da parte dei consumatori sono state Isabella West, ceo di Hirestreet, società attiva nel Regno Unito nel settore del noleggio di indumenti, e Kelsey Halling, responsabile delle partnership di First mile, azienda che aiuta i brand a lanciare prodotti realizzati con plastica riciclata.

Hirestreet consente ai consumatori di noleggiare abiti del valore medio di 150 sterline (170 euro) per un costo medio di 30 sterline (circa 34 euro). Questo la posiziona come potenziale concorrente di aziende di fast fashion quali Asos e Boohoo, i cui capi, spesso, vengono indossati una sola volta. First mile, invece, supervisiona una catena di fornitura che permette alle aziende locali di Haiti, Hounduras e Taiwan di raccogliere bottiglie di plastica che vengono poi lavorate per la produzione di abbigliamento. Tra i partner dell’azienda rientrano Puma, Ralph Lauren, Timberland e Reebok. «A nostro avviso, prodotti e modelli di business come questi saranno sempre più diffusi perché i clienti avranno sempre più coscienza ecologica», hanno specificato gli esperti di BofA.

L’ultimo dei temi affrontati riguarda il settore dell’atheltic retail. Secondo Gil Stayeart, ex membro del consiglio di amministrazione di Adidas, il comparto continuerà a essere strutturalmente guidato dal passaggio all’abbigliamento casual, dalla crescente attenzione della società verso la salute e il benessere e dalla costante penetrazione dello sport in alcuni mercati, in primis quello cinese. Il passaggio dal commercio all’ingrosso a quello diretto al consumatore e dal settore fisico a quello online rappresenterà per il settore un margine strutturale di vantaggio.

Fonte: mffashion.com

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