Coralis: 20 anni nel segno dell’indipendenza

Venti anni di Coralis e anche 20 anni di presidenza di Eleonora Graffione, che, con tenacia e determinazione, ha in prima persona vissuto, seguito, caldeggiato i cambiamenti e le trasformazioni che hanno contraddistinto la gdo italiana. “In questi anni, la mia vicenda professionale si è strettamente legata a quella dell’azienda della mia famiglia che ha partecipato nel 1974 alla nascita del consorzio Gigad, quando bastava avere la merce per vendere e il rapporto di fiducia con i clienti esisteva senza sforzi. I tempi sono diventati sempre più complessi e, insieme ad altri, abbiamo costituito nel 2002 Mdo, una delle prime centrali di acquisto poi confluita in Interdis nel 2004, anno in cui abbiamo anche costituito Coralis, nata proprio per raggruppare i “piccoli” e garantire loro opportunità di crescita”, racconta una commossa presidentessa ai suoi soci in apertura della convention che si tenuta a fine aprile in Croazia, occasione per rivedersi e tracciare le linee di sviluppo del Gruppo.

Coralis oggi
Oggi il consorzio guidato da Eleonora Graffione è una realtà che nel 2022 ha realizzato un fatturato pari a circa un miliardo di euro, grazie all’attività di 21 mandanti, presenti sul territorio nazionale con una maggiore concentrazione nell’Italia meridionale, con 13 cash and carry, 16 cedi e un totale di 390 punti di vendita.

Grazie a una stretta collaborazione con Crai, ormai di lunga data, fa parte della centrale di acquisto Forum (fondata due anni fa da Crai, Despar, Dit e C3 e alla quale, lo scorso anno, si è aggiunta anche Super Drug, centrale acquisti del canale drugstore nata dall’accordo tra Crai Secom e quattro dei maggiori player del settore ossia Forza 3, Consorzio Promotre, Dmo e Pilato).

“In questi anni siamo stati apprezzati per la nostra serietà, sia dai nostri alleati sia dai fornitori che ci riconoscono una linearità di comportamento, che rimane una delle nostre caratteristiche principali -specifica Eleonora Graffione-. Un approccio al mercato che oggi si sostanzia nel claim “Indipendenti se connessi”, evoluzione logica del concetto di Piccola Distribuzione Organizzata, termine con il quale vogliamo sottolineare la nostra connessione con il territorio e la comunità nella quale i nostri soci operano. Questa è la nostra storia, ma oggi siamo di fronte a cambiamenti importanti, che ci spingono a rafforzare la nostra identità, lavorando in più direzioni -chiarisce la presidente-: per questa ragione, una delle priorità è lo sviluppo di marche proprie, le nostre collezioni Bontò, Todo e Verdeblu, come le abbiamo chiamate sin dal momento del loro lancio a Marca. In particolare, sulle prime due, stiamo lavorando in collaborazione con Crai avvalendoci della competenza della loro struttura, mentre su Verdeblu il lavoro è in sinergia con i soci, che hanno formato l’assortimento e segnalato i fornitori, in un contatto stretto e continuo con la sede. Anche la formazione è uno dei cardini sui quali intendiamo lavorare nel prossimo futuro per rendere i dipendenti delle diverse imprese sempre più collaboratori e meno dipendenti, più consulenti orientati alla vendita, più di selezionatori e non semplici buyer, elementi necessari per valorizzare quel legame con il territorio, anzi i microterritori che ci caratterizza e ci distingue”.

Il futuro? Essere indipendenti se connessi
“L’immagine del negoziante con la matita dietro l’orecchio (ricordata dalla Presidente nel suo intervento) identifica in un’immagine un’intera categoria -spiega Giorgio Di Tullio, filosofo e consulente storico di Coralis nel delineare le sue strategie-. Ed è anche un’immagine che trasmette il valore e l’orgoglio di una professione certo per la competenza e specializzazione che contraddistinguono da sempre questo ruolo, ma anche per l’intelligenza dei luoghi e per la loro capacità di creare relazioni. Perché oggi non si sceglie una marca o un’insegna per quello che sono, ma per le persone e le relazioni che si creano in un luogo, anzi in quel luogo sociale che è il negozio, dove anche i prodotti diventano luoghi. Tutto questo significa mettere al centro le persone, un centro che non è il protagonista assoluto, ma la cui forza consiste nella presenza di quello che sta intorno. In questo essere tanti intorno a un centro si trova la forza di Coralis, che ha scontato per molto tempo il sentirsi “figlio di un dio minore”, malattia che affligge anche l’Italia: l’idea di futuro che serve oggi al retail per differenziarsi è legata all’essere l’insieme di tanti piccoli che rimangono indipendenti nei loro territori, dove i loro punti di vendita, con la loro insegna, sanno essere luogo di riferimento e stringere relazioni. Una forza che è moltiplicata dall’essere connessi ad altre realtà imprenditoriali simili, con i quali condividere esperienze, oltre che trovare nuove sinergie per far crescere le imprese e renderle redditizie e competitive. Oggi è la visione dell’insieme delle diversità, contrapposta alle logiche di omologazione, a garantire il futuro del commercio, vale a dire indipendenti se connessi”.

Fonte: gdoweek.it

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?