Miscusi apre il suo fast-casual: così la pasta diventa tech. Ricavi a 20 milioni

Dodici ristoranti in sei città italiane più uno a Londra. A questi se ne aggiunge da lunedì uno nuovo con una formula più veloce e tech, nel cuore di Milano, nel Porta Nuova Food District. Il nuovo progetto fast-casual di Miscusi, 70 coperti per 160 metri quadrati, è un modello ibrido che unisce la velocità e la tecnologia tipici dei fast food al prodotto, la pasta sana da agricoltura rigenerativa e a basse emissioni di CO2, che in questi anni ha reso il brand un punto di riferimento per gli amanti del genere, con un’offerta di piatti adatti alle diverse abitudini alimentari e alle intolleranze. Sempre a prezzi accessibili, visto che si spende da meno di 10 euro a portata fino a un unicum di 15 euro per l’ultima proposta.

Il nuovo ristorante conserva tutti i tratti iconici del brand, come il pastificio a vista in cui ogni giorno viene prodotta la pasta fresca trafilata al bronzo. Ma introduce una modalità di ordinazione rapida. Tre grandi schermi touch permettono di ordinare e pagare direttamente il tipo di pasta e il condimento desiderato, per poi ritirare il pranzo (anche da portare via, con piatto di carta e forchetta di cellulosa per evitare la plastica, abbandonata in questa catena da anni) dopo 7-10 minuti di attesa. In vetrina si può utilizzare anche un codice QR per ordinare, pagare e ritirare, consumando sul posto o in ufficio.

«Questo nuovo Miscusi – ha spiegato il ceo e founder Alberto Cartasegna – è un progetto rispettoso delle nostre radici e, al tempo stesso, responsabile del nostro futuro. Ripartiamo da dove siamo nati con un servizio più informale e rapido, portandoci dietro tutto quello che abbiamo imparato in questi anni di tempeste, unendo l’attenzione per gli ingredienti e per l’ambiente alla nostra vocazione tecnologica, dando vita all’alternativa sana a molti dei fast food sul mercato. Sono felice di avere accanto, anche in questa nuova fase, i nostri storici investitori e do il benvenuto anche ai nuovi soci con i quali scrivere altre pagine di orgoglio italiano nel mondo».

Tra gli investitori MIP, Picus, Kitchen Fund e da settembre 2022 Amundi e Gaetano Marzotto (che hanno contribuito alla raccolta di un round complessivo pari a 10 milioni). Nel 2022 Miscusi ha registrato 20 milioni di ricavi (per circa 2 milioni di clienti) e un Ebitda positivo in tutti i suoi ristoranti. Per il 2023 sono previste ulteriori aperture che dovrebbero seguire la formula fast.

La pasta di Miscusi è realizzata con farine italiane derivate da agricoltura senza pesticidi e fertilizzanti chimici (il fusillo di sorgo, per esempio). In questi anni la società ha lavorato molto sul fronte sostenibilità, diventando nel marzo 2020 uno dei primi brand del food retail ad essere certificato B-Corp. Oggi il menù è in linea con l’obiettivo Onu, che prevede di ridurre le emissioni di CO2 collegate all’alimentazione da 3 kg ad 1,5 kg al giorno. Ogni piatto è studiato per essere bilanciato: 50% di carboidrati da agricoltura rigenerativa, 30% di proteine e 20% di grassi non saturi. Insomma, il tech non è solo fuori ma è anche dentro la cucina. Inoltre, il 50% dell’offerta di Miscusi è vegetariana ed il 25% vegana per rispettare i principi della dieta mediterranea, patrimonio Unesco. E i fornitori condividono la missione del brand. Ogni store, infine, è alimentato al 100% da energia proveniente da fonti rinnovabili certificate.

Fonte: ilsole24ore.com 

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