Covid-19, lettera aperta di 50 retailer al governo

Sono oltre 50 le aziende del retail non food che hanno firmato una lettera aperta, poi sottoscritta da Federdistribuzione e Confimprese, rivolta al Presidente del consiglio Giuseppe Conte, al Mise e al Mes. Tra queste rientrano Alcott, Calzedonia group, Rinascente, Douglas, Carpisa, Coin, Dondup, Gutteridge, Kiko, Ovs, Pinko e Twinset.

La lettera contiene una serie di proposte per fronteggiare l’emergenza coronavirus in seguito allo stop delle attività, nonché una serie di iniziative per incentivare la ripresa. Delle 10 proposte avanzate, 6 sono relative alla fase di emergenza, mentre 4 a quella della ripresa.

In primis, le aziende chiedono di essere «assimilate alle filiere in crisi» che compaiono nel decreto Cura Italia. Chiedono poi il blocco degli obblighi di pagamento, la revisione contrattuale degli affitti anche post apertura, lo slittamento almeno fino a settembre del pagamento dell’iva, la depenalizzazione dei reati tributari per dichiarazioni regolari ma mancati versamenti e l’immediata immissione di liquidità.

Per la ripresa, invece, le proposte riguardano sgravi contributivi del 50% sino al 2021, detrazioni fiscali maggiorate sugli investimenti e spese di marketing, facilitazione del credito al consumo, detrazioni d’imposta e voucher a favore di persone fisiche per acquisti di beni e servizi delle aziende operanti nei settori in crisi.

«Il blocco totale delle nostre attività sta diventando insostenibile in assenza di misure adatte a fronteggiare l’emergenza. Non chiediamo soldi a pioggia, chiediamo misure», si legge nella lettera.

Il retail non food in Italia realizza 110 miliardi di fatturato e occupa circa un milione di lavoratori. Oltre a pagare almeno 15 miliardi di affitto e a versare quasi 5 miliardi di contributi e più di 20 miliardi di iva.

Fonte: mffashion.com

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