Farfetch sfonda sulla sostenibilità. Lancia tool che misura impatto acquisti

Farfetch smarca in chiave marketing una delle chimere della sostenibilità: raccontare l’impatto del prodotto. Il gruppo ha infatti lanciato un tool che rende noto ai clienti il peso ambientale di ciò che selezionano, evidenziando, per contro, i benefici di un acquisto second-hand. Al di là della valenza effettiva dei calcoli del nuovo strumento, vanno evidenziati due aspetti. Il primo è che il tool potrebbe essere applicabile su ogni prodotto, indipendentemente dalle strategie di comunicazione dei produttori. Il secondo è che Farfetch lo valorizza come uno strumento di svolta nel proprio posizionamento.

“L’obiettivo – spiega Wwd, che ha diffuso la notizia – è garantire che la sostenibilità rimanga al centro dell’attenzione del consumatore. L’introduzione di questo strumento digitale, che consentirà ai consumatori di vedere l’impatto di materiali specifici nei loro acquisti e le possibilità di risparmio se invece scegliessero di acquistare beni di seconda mano, è stata favorita da un’analisi sul mercato dell’usato pubblicata da Farfetch in collaborazione con il London Waste and Recycling Board“.

Il report, spiega sempre la testata Usa, guarda alla crescita del mercato della moda pre-owned nel Regno Unito, negli Stati Uniti e in Cina, al cambiamento delle abitudini di consumo e a quanto lo shopping di indumenti o accessori di seconda mano effettivamente riduca la domanda di capi delle nuove collezioni.

Ad oggi il 57% degli acquisti second hand ‘sostituirebbe’, nelle abitudini degli shopper, l’acquisto di qualcosa di nuovo. Inoltre, se i clienti cinesi comprano capi second hand spinti da un’idea di “rarità” dell’item, inglesi e americani sarebbero invece motivati dal prezzo più vantaggioso.

L’introduzione del nuovo tool permetterebbe a Farfetch, portale che aggrega più di 700 boutique indipendenti e circa 3mila brand, di dare informazioni su capi e materiali a prescindere da quelle già fornite dalle griffe. Va inoltre ricordato che il gruppo guidato da José Neves ha mosso i suoi primi passi nel second hand nella primavera del 2019, con il lancio di un programma pilota di rivendita di borse di alta gamma. A ottobre dello stesso anno è stata la volta della partnership con Thrift+, dedicata alla clientela inglese.

Nei primi tre mesi del 2020, Farfetch ha registrato ricavi in crescita del 90% a 331 milioni di dollari (circa 306 milioni di euro), mentre il gross merchandise value segna un +46% anno su anno, toccando quota 610 milioni di dollari. Al netto delle imposte, la perdita di Farfetch è rimasta “sostanzialmente invariata” a 79 milioni di dollari. Neves si è detto ottimista sui prossimi mesi, con un Q2 che dovrebbe confermare il trend di crescita. Farfetch prevede l’approdo alla redditività nel 2021.

Fonte: pambianconews.com

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