Focus sul riciclo tessile: nasce il progetto RegioGreenTex a sostegno delle Pmi

La moda è in piena transizione green e al centro, sempre più stringente, c’è il tema del riciclo tessile. Questa volta arriva direttamente da Bruxelles il nuovo tassello all’orizzonte dello smaltimento sostenibile nella filiera fashion con il progetto triennale RegioGreenTex, che riunisce 40 partner da 11 regioni di otto Paesi europei e 24 Pmi per aiutare le piccole realtà imprenditoriali a trasformare i rifiuti tessili.

L’idea che muove il progetto è quella di fornire soluzioni concrete per le aziende della filiera dando vita a una vera e propria catena del valore per il riciclaggio dei tessuti e cogliendone le opportunità di mercato in vista degli obblighi della normativa europea del 2018 sulla raccolta differenziata dei rifiuti tessili.

Proprio su questo fronte è stata l’Italia ad aprire la strada, tagliando anticipatamente il traguardo rispetto al “Pacchetto di direttive sull’economia circolare” adottato dall’Unione europea nel 2018, attraverso il decreto legislativo 116/2020.

A guidare RegioGreenTex, che sta per ‘Regions for Green Textiles’, c’è l’associazione europea dell’industria tessile e dell’abbigliamento Euratex, proprio a sostegno delle piccole e medie imprese. Sotto la bandiera italiana partecipano le aziende Casalegno, Officina39 e Dbt Fibre con la Regione Piemonte, e Trafi e Marini con la Regione Toscana. Il progetto è sostenuto dalla Commissione Europea attraverso lo Strumento Interregionale per gli Investimenti nell’Innovazione (Interreg) e sarà coordinato dal Consiglio Europeo per l’Innovazione e dall’Agenzia Esecutiva per le Pmi (Eismea).

Complessivamente, le realtà coinvolte coprono vari segmenti della catena del valore dei tessuti circolari (smistamento, riciclaggio da materiale a fibra, rimozione di contaminanti, trasformazione delle fibre riciclate in nuovi materiali tessili). Il progetto promuoverà inoltre lo sviluppo di cinque hub regionali in alcune delle regioni tessili più importanti dell’Unione europea. E due di questi sono italiani: Pointex Città Studi di Biella e Next Technology Tecnotessile di Prato.
Una quota che non stupisce, se si pensa al ruolo preminente nel Belpaese dei due distretti tessili, storicamente in vantaggio sul tema del riciclo tessile. Lo scorso autunno entrambi hanno beneficiato dei 20 milioni di euro stanziati dal Ministero dello Sviluppo economico e Prato, in particolare, con le sue più di 7mila aziende del settore e una lunga tradizione nel riciclo tessile, è prossima a inaugurare il primo textile hub grazie alle risorse del Pnrr.

“RegioGreenTex supporterà le nostre aziende nella transizione verso un nuovo modello di business sostenibile – ha detto il direttore di Euratex Dirk Vantyghem –. Siamo felici di avere 24 Pmi coinvolte, che beneficeranno direttamente dell’azione. Il progetto dovrebbe anche mobilitare le autorità regionali per impegnarsi nel riciclaggio dei rifiuti tessili, che può dare una nuova dinamica all’industria tessile in generale”.

La questione dei rifiuti si carica di sempre maggiore urgenza per la fashion industry se si pensa che in totale, si legge nel rapporto del 2021 ‘Italia del riciclo’ (pubblicato dal Mite e l’Ispra) i rifiuti tessili smaltiti, censiti ufficialmente, sono stati circa 480mila tonnellate lo scorso anno. Di queste, 284mila tonnellate sono rifiuti industriali della filiera tessile (pre-consumo), scarti di taglio e abbigliamento. Quelli invece raccolti dai rifiuti urbani (post-consumo) sono 146mila tonnellate.

È dunque qui, soprattutto, che si gioca buona parte della partita per la conversione della filiera della moda in un sistema più sostenibile e meno impattante. Una consapevolezza che aveva già portato gli enti del settore a muoversi in questa direzione, si pensi al già lanciato progetto di Sistema Moda Italia, Retex.Green, consorzio nato con la collaborazione di Fondazione del Tessile Italiano e aperto a produttori italiani della filiera moda, e al consorzio Re.Crea, coordinato da Camera Nazionale della Moda Italiana (Cnmi) e in virtù della e dalla sinergia tra Dolce & Gabbana, Max Mara Fashion Group, Gruppo Moncler, Gruppo Otb, Gruppo Prada ed Ermenegildo Zegna Group.

Fonte: pambianconews.com 

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