Green Retail LAB. Andrea Alemanno, Group Director, Ipsos: “Sostenibilità: il settore del food è chiamato a giocare un ruolo cruciale”

La conoscenza dei temi di sostenibilità continua a crescere e sempre più aziende investono per rendere più sostenibile il modello di business. La spinta alle aziende deriva dal consumatore, dalla concorrenza e filiera, dal regolatore e dal mondo finanziario, che sta cambiando i criteri con cui erogare risorse finanziarie. A questo si aggiungeranno a breve le risorse del PNRR, che offriranno molti stimoli al cambiamento.

I consumatori italiani sono in generale sempre più attenti, e mediamente più di quelli del resto del mondo. Una particolarità italiana è legata al fatto che questa attenzione non sembra essere diversa per livello di reddito: la classe sociale più alta ha un approccio simile a quello del resto della popolazione, a testimonianza di una diffusa tensione al voler essere consumatori sempre più sostenibili. Uno dei motivi di questa tensione è che sempre più spesso il prodotto sostenibile è associato ad una scelta di qualità, e sostiene la fiducia nei brand.

Nel momento in cui si guarda però alle responsabilità, tutti sono chiamati a fare di più di quel che fanno adesso, governo, aziende e individui; se anche la responsabilità maggiore è attribuita al policy makers, al quale si chiede di avere una regolamentazione e dei controlli più precisi, nessuno ne è escluso, anzi le aziende hanno una forte responsabilità nella protezione dell’ambiente.

In Italia serpeggia l’idea che l’impegno non sia sufficiente: certo si può fare sempre meglio, ma nell’economia circolare e nell’agricoltura sostenibile l’Italia vanta una leadership europea (e di fatto mondiale), che parrebbe molto poco conosciuta dai cittadini, come racconta Fondazione Symbola.

Il settore del food è chiamato a giocare un ruolo cruciale. Il cittadino è sempre più attento al packaging, ma sta aumentando anche il proprio livello di sensibilità a carne e latticini, dichiarando una volontà di ridimensionamento dei propri consumi di questi prodotti.

 

Due consumatori su 3 si dichiarano attenti al consumo sostenibile nel mondo food, il 55% sarebbe disposto a pagare di più per un prodotto alimentare realmente sostenibile, ma al contempo il 51% dichiara che le aziende del settore non stiano facendo abbastanza. In particolare, se da una parte si è notato l’attivismo e gli sforzi sulla riduzione dell’impatto del packaging, dall’altra molto si può ancora fare sulla riduzione dello spreco di cibo, su prodotti chimici, rispetto al tema della deforestazione, dell’uso eccessivo di acqua ed in generale dell’impatto sui cambiamenti climatici.

Il 2021 sarà l’anno dell’attenzione: all’ambiente, alla salute, alla riscoperta delle tradizioni ed alla qualità. L’idea di sostenibilità sarà sempre più rigenerazione, circolarità, e sempre meno compensazione. La circolarità però sarà di tipo elicoidale, ossia ci si muove in avanti, verso un nuovo progresso. Per il quale la tecnologia è fondamentale, e al contempo lo sono le alleanze e le condivisioni di esperienze: sarà importante che tutti, persone, istituzioni, aziende, abbiano una grandissima apertura al cambiamento.

L’appuntamento è il 14 luglio, dalle 09.30 alle 12.30. La partecipazione è gratuita.
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