H&M, profitti in calo del 21%

Come ha spiegato il ceo Karl-Johan Persson, il colosso del fast fashion Hennes & Mauritz sta attraversando un periodo di transizione «eccitante e allo stesso tempo sfidante». Infatti, l’azienda svedese sta ricevendo indicazioni positive dagli investimenti fatti, ma in parallelo il periodo attuale risulta complesso e in veloce cambiamento.

Persson ha parlato di interruzioni temporanee, a causa delle transizioni dei sistemi logistici, per rendere la supply chain più veloce: durante il secondo quarter (chiuso il 31 maggio) hanno impattato sulle vendite in Usa, Francia, Italia, Belgio e sull’e-commerce in Nord Europa.

La priorità per il gruppo, che ha appena lanciato il suo nuovo brand Afound, resta l’insegna H&M, per la quale si sta lavorando sugli assortimenti e sulla customer experience online e offline. Il ceo ha annunciato che proseguiranno gli investimenti nella supply chain, nelle tecnologie, negli advanced analytics e nell’intelligenza artificiale.

Nel secondo trimestre i ricavi del gruppo hanno sfiorato i 52 miliardi di corone, dai 51,4 miliardi dello stesso periodo del 2017 ma l’utile operativo è passato da 7,65 a 6 miliardi di corone e l’utile ante-imposte è sceso a 6 miliardi (da 7,7 miliardi), contro i 6,28 miliardi attesi dagli analisti.

Nei sei mesi i ricavi sono scesi da 98,4 a 98,2 miliardi di corone e i profitti operativi da 10,8 a 7,2 miliardi. L’utile semestrale è diminuito a 6 miliardi, dai precedenti 8,4 miliardi. Intorno alle 11 il titolo H&M registra un aumento del 2% alla Borsa di Stoccolma, ma la sua performance a 12 mesi è -29%.

Tratto da www.fashionmagazine.it

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