Il fast fashion si sposta dai negozi al web. H&M taglierà 250 store nel 2021

La Pandemia sta trasformando il business del fashion low cost. Già alle prese con la problematica dei resi e degli smaltimenti di magazzino, in pochi mesi i giganti della moda a buon mercato hanno accelerato la trasformazione digitale. Spostando il baricentro online e, per contro, rivedendo la dimensione e le formule di utilizzo della rete di negozi. Il trend è evidente nei conti rilasciati oggi da H&M, gruppo cui fanno capo brand quali H&M, Cos, & Other Stories. I risultati confermano i preliminari già anticipati dalla società. Ma il titolo sta reagendo con una notevole accelerazione in Borsa (attorno all’8%) poiché H&M ha svelato un boom online che si tradurrà in un netto taglio di negozi nel 2021.

Secondo quanto comunicato, le vendite online sono aumentate del 27% in corone svedesi e del 28% in valute locali nel terzo trimestre, mentre nei nove mesi sono aumentate rispettivamente del 36% e 34% andando così a rappresentare il 26% del totale delle vendite del gruppo. Nel periodo, H&M ha registrato vendite nette per 134,48 miliardi di corone (circa 12 miliardi di euro), registrando un calo del 21 per cento, mentre nei tre mesi i ricavi sono scesi del 19%, a 50,9 miliardi di corone, con un utile netto di 1,8 miliardi di corone e un utile ante imposte di 2,37 miliardi di corone a fronte delle attese Refinitiv di 2,03 miliardi di corone.

Come spiegato dal gruppo, il Covid-19 ha ulteriormente accelerato il passaggio al mondo digitale, il che comporta, tra le altre cose, un aumento degli investimenti in questo campo, una maggiore integrazione tra online e store fisici così come un’accelerazione nel consolidamento della rete di vendita. Pertanto, sono attese più chiusure del previsto nell’anno, ovvero 180 contro le 170 precedentemente comunicate, a fronte dell’apertura di 130 nuovi store. Per il 2021, invece, il piano prevede la chiusura di 350 negozi, contro 100 opening, portando così un decremento netto di circa 250 negozi, il che rappresenta, come riportato da Reuters, il 5% dell’attuale network.

“Sempre più clienti hanno iniziato a fare acquisti online durante la pandemia, dando valore a un’esperienza in cui negozi e online interagiscono tra loro rafforzandosi a vicenda”, ha commentato la CEO Helena Helmersson. “I cospicui investimenti fatti negli ultimi anni sono stati molto importanti per la ripresa e ora stiamo accelerando la nostra trasformazione così da soddisfare ulteriormente i nostri clienti. Stiamo aumentando gli investimenti digitali, accelerando il consolidamento dei punti vendita e potenziando i canali integrati”.

Considerando gli ultimi dati disponibili dell’altro big del fast fashion, si evince che, nei sei mesi, Inditex ha registrato un +74% a livello di crescita delle vendite online. Nel periodo, la controllante, tra gli altri, di Zara, Pull and Bear, Bershka e Stradivarius ha visto vendite in discesa da 12,8 a 8 miliardi di euro. A giugno, in occasione della comunicazione dei dati del Q1, il colosso affermava che “entro il 2022 l’e-commerce dovrebbe generare il 25% dei ricavi totali, confrontandosi con un’incidenza del 14% nel full year 2019”.

Fonte: pambianconews.com

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