Intraprendere il cloud journey: Lavazza, Microsoft e Techedge insieme all’insegna di sostenibilità, agilità e competitività

Passare al cloud per guadagnare efficienza operativa e ridurre la propria impronta ecologica è sempre più una scelta strategica, che permette di coniugare le istanze di business di respiro internazionale, con le annesse esigenze di compatibilità tra diversi sistemi operativi, velocità nell’accesso ai dati e ad una organizzazione pratica e user friendly anche per persone operative contemporaneamente agli opposti del globo. Una scelta strategica per guadagnare competitività, resilienza e sicurezza che sta spingendo molte aziende a compiere questa scelta.
I vantaggi del cloud sono risaputi: abilita la possibilità di spostare su infrastrutture di terze parti tutta la gestione dei propri sistemi, incrementandone la scalabilità e flessibilità, abbassando, invece, i costi e diminuendone significativamente i rischi. Le infrastrutture cloud, per le loro caratteristiche di “non-luogo” raggiungibile tramite la rete e grazie ad opportuni sistemi di sicurezza, hanno garantito la business continuity nel periodo delle restrizioni, mostrando in maniera più palese anche dei benefit in materia di sostenibilità.

Lavazza in cloud
Tra le tante aziende che hanno deciso di passare al cloud vi è Lavazza. Il Gruppo Lavazza, fondato nel 1895, è una delle più grandi aziende al mondo, operanti nel mercato del caffè, presente in più di 140 paesi attraverso filiali e distributori. Nell’ambito del suo progetto di trasformazione digitale, Lavazza ha deciso di chiudere i suoi data center on premises, per mettere in atto una nuova soluzione che concentrasse in un singolo ambiente cloud tutto il carico di lavoro. La scelta strategica fatta da Lavazza per gestire il suo business è frutto della partnership con il Gruppo Techedge, multinazionale nata in Italia e leader mondiale nella progettazione e sviluppo di tecnologie software innovative e consulenza per la trasformazione digitale, e con la tecnologia Microsoft che ha permesso di procedere con la migrazione al cloud (Microsoft Azure) dei sistemi operativi del Gruppo Lavazza, consentendo di migliorarne flessibilità, competitività e sostenibilità ambientale.
La sinergia tra la tecnologia di Microsoft e la competenza di Techedge ha permesso al Gruppo Lavazza di affrontare, in pochi mesi, la transizione verso una nuova infrastruttura IT cloud-based, gestendo la complessità dell’architettura applicativa tipica del Gruppo, la varietà dei processi di business e le specificità dei brand. Ciò ha significato portare sul cloud pubblico centinaia di istanze di sistemi operativi, oltre 70 applicazioni e circa 90 Terabyte di dati aziendali per garantire efficienza operativa e scalabilità, riducendo al contempo consumi energetici e, più in generale, l’impatto ambientale della funzione Ict del Gruppo.

“Con la piattaforma cloud Microsoft Azure, siamo in grado di garantire scalabilità e flessibilità per la gestione di applicazioni complesse, sicurezza integrata per far fronte a qualsiasi scenario di disaster recovery ed efficienza energetica attraverso i requisiti green dei Datacenter Azure – punti strategici per lo sviluppo e la crescita del business di un gruppo globale come Lavazza. Inoltre, il Cloud Computing è una straordinaria leva di sostenibilità, che abilita l’efficienza dei processi e riduce l’impatto ambientale, requisito fondamentale delle architetture cloud moderne,” commenta Federico Suria, Direttore della Divisione Enterprise Commercial di Microsoft.

La sostenibilità
Non solo il Pnrr presenta un capitolo di investimenti sulla transizione green imponente, ma anche il mondo finance è sempre più attento negli investimenti a imprese che nei bilanci privilegiano scelte sostenibili. E il cloud ha un impatto positivo in termini di sostenibilità, tanto che si sta diffondendo sempre strategie di cloud computing verde, cioè mirate a ridurre al minimo l’impatto ambientale delle infrastrutture e delle applicazioni basate sul cloud. Il cloud computing verde presenta due obiettivi principali: 1) ridurre il consumo energetico complessivo dei data center cloud e dei carichi di lavoro in essi eseguiti; 2) ricorrere ad energia prodotta in modo pulito e sostenibile, in modo che l’energia consumata dal cloud lasci un’impronta di carbonio minore. Tuttavia, bisogna ricordare che le migrazioni aziendali non sono quasi mai dei “big bang”, quanto piuttosto dei processi incrementali basati su valore strategico, sulla complessità e sui rischi, richiedendo un bilanciamento tra qualità e velocità che sia allineato alla strategia aziendale e stabilisca le priorità in base al valore. Perché ciò possa avvenire in maniera sicura, è necessaria la collaborazione con partner esperti, che contribuiscano ad una corretta gestione dei processi e della security e allo sviluppo di skills di modo che non vi sia uno scollamento tra IT e personale dell’azienda.

In conclusione, il ricorso al cloud per il business, inteso non come punto di arrivo, ma di partenza per un percorso di sviluppo futuro, così come il caso Lavazza dimostra, permette di essere più innovativi, cost-efficient, profittevoli e socialmente responsabili. Infatti, si sarà più propensi a innovare e automatizzare la supply chain, più capaci di ottenere maggiori riduzioni di costo, obiettivi di sostenibilità e di raggiungere obiettivi finanziari e operativi più ambiziosi.

Fonte: mark-up.it

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