L’ecommerce in India

Di e-commerce si parla sempre come di un fenomeno in piena crescita, e in effetti è vero. Un dato su tutti: nel 2013 i ricavi dalla vendita di beni e servizi online business to consumer in Europa sono saliti del 16,3% rispetto all’anno precedente, superando di poco i 363 miliardi di euro.

Se le vendite online registrano tassi di crescita a doppia cifra nel Vecchio Continente, allontanandosi dai mercati più maturi e guardando oltre, agli emergenti, la situazione diventa decisamente più interessante.

Guardiamo, ad esempio, la situazione in India.

Per il lusso si è rivelato un mercato più ostico del previsto, stretto tra leggi che non favoriscono la presenza delle aziende straniere direttamente in loco, ma l’India è una realtà molto promettente e all’avanguardia in termini di shopping online.

Lo shopping online è al momento un segmento ben più limitato: attualmente solo 89 milioni di utenti fanno acquisti online, ma i tassi di crescita dell’e-commerce in India si aggirano su una percentuale che va dal 55 al 60% anno su anno.

Senza considerare colossi già noti e aggermati quali Alibaba e Ebay, vi è da annotare Flipkart, fondato nel 2007 da due ex dipendenti di Amazon, che assorbe circa il 9% dell’intero fatturato e-commerce del Paese.

Pochi giorni fa l’azienda, che conta 22 milioni di utenti registrati ed effettua 5 milioni di spedizioni al mese, ha annunciato su Twitter di aver raccolto investimenti per 1 miliardo di dollari da parte di grandi nomi della finanza come Tiger Global Management (un grosso hedge fund di New York) e Naspers (gruppo sudafricano con interessi nel mondo dell’e-commerce e della pay tv, tra gli altri), a seguito di una campagna iniziata a maggio 2014, e di volerli impiegare per potenziare le proprie attività sul canale mobile.

La mossa di Flipkar ha subito suscitato la reazione di Amazon che, arrivato in India solo nel 2012, vanta già una quota di mercato dell’1,6%. Ad oggi Amazon a venduto in India ben 17 milioni di prodotti e ospita nel proprio market place 8500 venditori.

Tratto da http://www.rivistastudio.com/

Leave A Reply

Vuoi diventare socio

di Retail Institute Italy?