La Cina sperimenta la sua valuta digitale per gli acquisti di tutti i giorni

La Cina ha dato vita alla più grande sperimentazione al mondo di una criptovaluta di stato impiegata nel mondo reale per acquisti ordinari, dai trasporti al caffè, fino ad articoli di elettronica o abbigliamento. Settimana scorsa, nella città di Shenzhen, il governo ha indetto una lotteria per distribuire a 50mila cittadini selezionati casualmente oltre 10 milioni di yuan elettronici, equivalenti a oltre 1,5 milioni di dollari, da spendere in diverse attività commerciali selezionate.

Oltre 2 milioni di cittadini hanno partecipato alla selezione, ma soltanto 50mila di loro hanno vinto il premio in yuan digitali da utilizzare tramite uno dei portafogli elettronici messi a punto dalle massime autorità finanziarie del paese. Ogni vincitore selezionato ha ricevuto 200 yuan digitali da spendere in oltre 3mila negozi del distretto più avanzato della città cinese.

Gli utenti devono registrare il proprio account sul sistema che gestisce la moneta digitale nazionale cinese (Dcep) per autorizzare le transazioni. Nella registrazione devono indicare il proprio numero di cellulare e scaricare l’app di uno dei portafogli elettronici legati alle quattro principali banche statali del paese, la Banca della Cina (Boc), la Banca cinese per le costruzioni (Ccb), la Banca cinese per l’industria e il commercio (Icbc), la Banca cinese per l’Agricoltura (Abc), che sono anche tra gli istituti bancari più grandi al mondo.

Al momento dell’acquisto, il commerciante e il cliente scansionano il qr code generato dall’app per eseguire la transazione. La schermata che l’utente vede quando controlla il proprio conto mostra il ritratto di Mao Zedong esattamente come sulle banconote da 100 yuan.

Quello delle criptovalute di stato è ormai un tema sempre più sentito dalle banche centrali di tutto il mondo anche sulla base dei dati relativi all’aumento dell’uso dei pagamenti digitali durante l’emergenza Covid-19. Non a caso, per esempio, la spinta a lavorare in direzione di un euro digitale ha subito un’accelerazione proprio durante le ultime settimane.

Dal canto loro, con l’esperimento attuato a Shenzhen, le autorità cinesi dimostrano lo stadio molto avanzato a cui è ormai arrivata la messa a punto di una moneta digitale di stato in Cina. Inoltre, il controllo diretto del governo e della Banca centrale sullo yuan elettronico può garantire una maggiore stabilità rispetto all’uso di altre criptovalute come per esempio il bitcoin, che non essendo direttamente collegate a una moneta reale sono soggette a una volatilità molto alta del loro valore.

E in questa partita sembra esserci comunque spazio anche per le numerose aziende private che in Cina puntano sempre più sul settore del fintech. Se l’infrastruttura della moneta elettronica di stato cinese sarà infatti controllata dalle autorità, molte banche commerciali e gruppi tecnologici possono intervenire per il potenziamento e l’integrazione dei servizi.

Da questo punto di vista, aziende come la piattaforma Meituan, l’impresa di consegne e trasporti Didi Chuxing o il braccio finanziario della piattaforma Jd.com, Jd Digits, sarebbero già state coinvolte da Pechino come possibili partner nello sviluppo tecnologico della moneta digitale di stato e per la sua integrazione in diversi servizi.

Fonte: wired.it

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