La realtà aumentata reinventa il retail

Da augmented reality ad augmended retail, ecco il gioco visionario per far crescere il fatturato. Parola di Pasquale Junior Natuzzi, classe 1990 e già a capo dell’azienda di famiglia, tra i principali player nel mercato del mobile.

Che ha lanciato nei flagship di New York e Londra i Natuzzi augmented store, l’esperienza di acquisto che integra la realtà aumentata grazie ai visori Microsoft Hololens. Per un deal che consente ai clienti di immergersi in uno spazio virtuale in scala 1:1, interagire con i prodotti cambiandone colori e finiture e muoversi all’interno della propria casa dopo avere fornito allo store le immagini delle stanze da arredare.

«Un momento di intrattenimento coinvolgente e personalizzato», ha commentato Natuzzi, evidenziando lo scopo di «migliorare e facilitare la decisione d’acquisto e incrementare le vendite». Stessa mission per Gucci, la cui app è un vero esempio di gamification tra i videogiochi anni 70 della sezione Arcade e il try-on con cui è possibile posizionarsi di fronte alla fotocamera del proprio smartphone per provare occhiali, rossetti e cappelli.

Oppure indossare riproduzioni virtuali delle sneakers Ace, osservandole mentre seguono il movimento dei piedi grazie alla tecnologia della start-up bielorussa Wannaby, per poi condividere gli screenshot sui social e concludere lo shopping.

Non solo, perché Gucci è anche il primo brand ad aver siglato una partnership con Drest, la app che ha esordito con un early access launch a ottobre 2019 ed è strutturata come un gioco a più livelli che sfida gli utenti a diventare stylist di servizi fotografici e creare di volta in volta look su avatar realistici e size-inclusive, scegliendo tra gli ultimi arrivi di più di 160 marchi high-end come Prada, Stella McCartney e Bottega Veneta.

Ideato dall’ex editor in chief di Porter, Lucy Yeomans, Drest strizza così l’occhio a Millennials e Gen-Z, ma soprattutto a Yooxmirror, il camerino virtuale di Yoox che da fine 2018 permette alla clientela di attingere dal suo catalogo e provare abbinamenti su modelli digitali in 3D che oggi possono essere sviluppati secondo le proprie sembianze attraverso la condivisione di un selfie.

In più, se Drest contribuisce a cause filantropiche di empowerment femminile e body positivity, non dimentica certo l’approccio strategico e il ritorno economico: con Gucci ha infatti pensato a challenge personalizzate, mentre con Farfetch ha stretto un accordo che impegna la piattaforma di retail online a fornire gran parte dell’assortimento di moda e la app a reindirizzare gli acquisti direttamente al sito dell’e-tailer.

«Abbiamo aperto lo storytelling della moda a un pubblico più ampio e di offerto ai marchi un modo interattivo, playful e coinvolgente per connettersi con i consumatori globali», ha dichiarato Yeomans, oggi ceo.

Finalizzando uno strumento il cui successo è scritto nelle nuove tecnologie e nei numeri, dal momento che il mercato del mobile gaming è stato valutato pari a 68,5 miliardi di dollari nel 2019 ed è costituito per il 63% da donne.

Fonte: mffashion.com

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