Oltre il retail: Walmart scommette sul fintech

Walmart punta sulla tecnofinanza. Lunedì 11 gennaio 2021, il colosso americano della grande distribuzione con una capitalizzazione di mercato di oltre 400 miliardi di dollari, ha annunciato la creazione di una startup fintech tramite una partnership strategica con Ribbit Capital, azienda di VC che ha in portafoglio unicorni del calibro di Robinhood, Affirm e Credit Karma, unendo così l’expertise e le dimensioni del più grande retailer al mondo con le competenze in ambito fintech della società di investimento globale basata nella Silicon Valley. La nuova realtà, di cui Walmart avrà la maggioranza, sarà progettata per sviluppare e offrire “soluzioni finanziarie moderne, innovative e convenienti” tramite esperienze tech-driven e su misura per i clienti e i collaboratori di Walmart.

“Per anni, milioni di clienti hanno riposto la loro fiducia in Walmart non solo per risparmiare denaro quando fanno acquisti con noi, ma anche per aiutarli a gestire le loro esigenze finanziarie. E hanno chiarito che vogliono di più da noi nell’arena dei servizi finanziari. Siamo entusiasti di lavorare con Ribbit Capital in una nuova impresa per aiutarci a fornire le opzioni innovative e necessarie ai nostri clienti e collaboratori, con velocità e su larga scala” ha dichiarato John Furner, presidente e ad di Walmart US.

“La strategia di Walmart che tende a rafforzare il proprio posizionamento nel settore dei servizi finanziari, è in linea con un trend abbastanza generalizzato” spiega Roberto Lorini, Fintech Leader di PwC Italia, facendo riferimento a colossi tecnologici della vendita al dettaglio come Amazon e Alibaba e grandi retailer come Carefour in Europa che “da tempo offrono servizi finanziari ai propri clienti con obiettivi di fidelizzazione, di ampliamento della clientela e delle fonti di reddito”. La stessa Walmart offre già “una serie di prodotti finanziari come carte di credito, vaglia e incasso assegni, oltre a essere presente nei pagamenti digitali attraverso l’acquisizione di Flipkart. Inoltre, negli ultimi anni Walmart ha portato avanti strategie di allargamento del proprio core business in aree diverse (come la salute animale, la pubblicità e le risorse umane) attraverso partnership e acquisizioni” precisa Lorini.

Certamente, di fronte a società come Walmart e le big tech, caratterizzate da una vastissima base di clienti fidelizzati, le banche potrebbero sentirsi minacciate. Ma, secondo il Fintech Leader di PwC Italia, nonostante questo sia un aspetto da non trascurare, “gli effetti di queste strategie, almeno in settori critici e delicati come quello dei crediti, non sembrano ancora aver intaccato il posizionamento chiave delle istituzioni finanziarie tradizionali”. In particolare, “le banche continuano ad avere un ruolo privilegiato legato ad una serie di fattori che, nel nostro mercato, includono anche una forte regolamentazione che risponde alle necessità di trust e difesa della clientela”. La chiave per rispondere al guanto di sfida lanciato dai player extra-settore, a detta di Lorini, è lo sviluppo di un percorso di collaborazione tra attori finanziari tradizionali e fintech. Un percorso che, nell’anno della pandemia, ha subito un’accelerazione, con “esempi reali di successo” in molteplici aree (dal credito alle imprese al supply chain finance), “importanti segnali istituzionali” (come l’apertura del polo fintech di Banca d’Italia, “Milano Hub”) e lo sviluppo di “piattaforme di integrazione e tecnologiche” in ottica di open banking.

Fonte: we-wealth.com 

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